Nino Haratischwili, drammaturga, regista e scrittrice georgiana, aveva l’idea di scrivere un romanzo su come la guerra cambia la gente. Su come indurisce il carattere, su come trasforma una persona tranquilla in una persona rumorosa, una disinteressata alla politica in una creatura politica. La gatta e il generale è un romanzo che parla di come si può diventare criminali senza volerlo e di cosa significhi la colpa: “Forse è semplicemente il destino dell’uomo quello di non farla franca, che sia colpevole o no”. È questo il tema centrale di un romanzo che è strutturato come un thriller. Haratischwili racconta la storia di un cosiddetto “generale” russo il cui vero nome è Aleksandr Orlov. Vorrebbe espiare un crimine che ha commesso con tre commilitoni durante la prima guerra cecena nel 1995. Orlov non accetta la sua colpa, non riesce a giustificare ciò che è accaduto a lui stesso e al mondo intero come semplice danno collaterale di una più ampia missione russa. L’autrice conosce a fondo le dinamiche della guerra in Cecenia e in diverse pagine riesce a spiegarsi con molta chiarezza. A volte però s’intravedono la sua fatica e il duro lavoro che fa per tenere insieme la trama.
Christiane Lutz, Süddeutsche Zeitung

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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati