Ameno di un chilometro dal lussuoso aeroporto Changi di Singapore c’è una zona commerciale molto meno elegante, piena di aziende di trasporti e logistica, e di uffici bancari. Uno degli edifici è un po’ diverso dagli altri: dietro una lucida facciata in onice, strati di protezione e imponenti porte d’acciaio, è custodito più un miliardo di dollari in oro, argento e altri beni preziosi. Ci sono caveau privati, migliaia di cassette di sicurezza e un deposito con metalli preziosi impilati su scaffali che s’innalzano per tre piani.

Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione, il complesso è quasi completato. L’inaugurazione avverrà in un momento particolarmente opportuno: l’oro sta vivendo una straordinaria rinascita. Nell’ultimo anno molti investitori hanno ripiegato sul metallo giallo, provocando un aumento di prezzo del 30 per cento, intorno alla cifra record di 2.700 dollari (più di 2.900 euro) l’oncia. L’entusiasmo ha raggiunto luoghi insoliti: i lingotti d’oro sono arrivati sugli scaffali della catena statunitense di supermercati Costco e di quella sudcoreana Cu. Il mondo è entrato in una nuova età dell’oro.

Gli investitori si mostrano spesso sprezzanti verso i metalli preziosi. Secondo Warren Buffett, scommette sull’oro chi ha paura di altri investimenti. Dirk Baur e Lai Hoang, ricercatori dell’università della Western Australia, sostengono che solo un quarto degli investitori statunitensi con un patrimonio di più di cento milioni di dollari dichiara di possedere quote di fondi legati all’oro.

Spesso i più grandi fan dei metalli preziosi vanno contro i loro interessi, facendo previsioni stravaganti per giustificare i loro acquisti. Un esempio è l’imminente insolvenza della Casa Bianca sul suo debito. Ma c’è anche il presunto lancio di una valuta sostenuta dall’oro da parte di Cina e Russia. Tuttavia, rispetto ad alcuni anni fa, ci sono più persone convinte che le cose stiano davvero peggiorando e che l’oro possa proteggerle dall’impennata dei prezzi e da politiche sbagliate. Secondo le analisi della Campden Wealth, investono nell’oro più di due terzi dei family office, aziende di gestione patrimoniale rivolte alle singole famiglie. La domanda è in gran parte asiatica: Cina e India costituiscono un quinto del pil mondiale, ma i loro consumatori comprano la metà dell’oro venduto nel mondo. In Cina la crisi immobiliare ha spinto i ricchi a guardare altrove: a giugno gli acquisti di lingotti e monete d’oro erano aumentati del 44 per cento rispetto all’anno precedente. In India sono decollati i prestiti garantiti dall’oro: il Muthoot Finance, uno degli istituti che propone questo tipo di credito, ha visto quasi triplicare il prezzo delle sue azioni dal 2019.

Ma è un’altra classe di investitori – forse la più paranoica e conservatrice – ad aver alimentato la recente impennata: le banche centrali. La quota di oro nelle loro riserve era diminuita per decenni, passando da quasi il 40 per cento del 1970 ad appena il 6 per cento del 2008. Di recente, però, ha ripreso a salire, fino a raggiungere l’11 per cento nel 2023.

Un momento cruciale

L’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente congelamento delle riserve di valuta estera del Cremlino hanno rappresentato un momento cruciale. Ha dimostrato alle banche che se il loro paese fosse stato sottoposto a sanzioni, i titoli di stato statunitensi e altri beni in valute occidentali non sarebbero serviti a niente. Secondo l’organizzazione internazionale di settore, il World gold council, dall’inizio del 2022 le autorità monetarie di Cina, Turchia e India hanno comprato rispettivamente 316, 198 e 95 tonnellate d’oro. Le banche centrali accumulano per lo più oro fisico e si assicurano di averlo a portata di mano, per evitare che sia sequestrato. Il governo britannico, per esempio, si è rifiutato di rimpatriare decine di tonnellate d’oro in Venezuela perché non riconosce Nicolás Maduro come leader legittimo.

Non tutte le banche centrali che fanno incetta d’oro hanno rapporti difficili con l’occidente. Singapore ha accumulato 75 tonnellate di oro dall’inizio del 2022. Nello stesso periodo, la banca centrale polacca ha aumentato le sue disponibilità di 167 tonnellate. A settembre il Laos ha inaugurato una banca dell’oro nella sua capitale. È improbabile che la domanda delle banche centrali diminuisca nel breve periodo. Un’indagine condotta quest’anno dalla Invesco Asset Management ha rilevato che nessuna delle 51 banche centrali prevede di ridurre la propria quantità di oro nei prossimi tre anni. Anzi, il 37 per cento prevede di aumentarla.

La domanda delle banche centrali, che investono per motivi di sicurezza, contribuisce a spiegare perché la relazione dell’oro con i tassi d’interesse si è interrotta. Di solito il metallo ha un andamento negativo quando i rendimenti reali dei titoli di stato sono elevati; al contrario, quando i rendimenti delle obbligazioni più sicure sono bassi, l’oro tende a salire. Dalla fine del 2021, invece, il prezzo dell’oro è salito anche se i rendimenti reali dei titoli di stato statunitensi a dieci anni sono passati da meno dell’1 per cento all’1,8 per cento. L’ultima volta che i rendimenti reali erano così alti, l’oro valeva circa mille dollari l’oncia, quasi due terzi in meno del prezzo attuale.

In piccole quantità

Quanto sarà utile l’oro in caso di crisi? Nicholas Mulder, della Cornell university, osserva che può essere venduto in piccole quantità nel golfo Arabo, un’area politicamente neutrale, in cambio di una grande varietà di valute. Anche se la Russia è stata esclusa dai mercati occidentali, un’impennata sospetta delle importazioni di oro da parte della Svizzera dagli Emirati Arabi Uniti nei mesi successivi all’invasione dell’Ucraina suggerisce che Mosca sia riuscita a commercializzare il suo oro. Impedire la vendita di un bene che può essere contrabbandato in tutto il mondo in piccole quantità e fuso è un’impresa quasi impossibile.

Ma per i fornitori di oro il vero obiettivo sono i grandi investitori. La Goldman Sachs osserva che la domanda di fondi legati all’oro tende ad aumentare solo quando i tassi d’interesse statunitensi scendono. In genere, un taglio dei tassi dello 0,25 per cento aumenta le disponibilità di fondi legati all’oro di 60 tonnellate nei sei mesi successivi. La critica di Buffett, secondo cui l’oro piace a chi ha paura, e la convinzione che la paura aumenterà sono fondate. Al momento, però, ci sono molti investitori timorosi. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati