Circa settantacinque anni dopo la pubblicazione di 1984 di George Orwell, Julia di Sandra Newman non è tanto una rivisitazione quanto un’intelligente rimessa a fuoco. La sua versione della storia non è raccontata dal punto di vista del protagonista di Orwell, Winston Smith, ma da quello della sua amante, Julia. Anzitutto qui Julia ha anche un cognome, si chiama Julia Worthing e smette di essere solo la relazione sentimentale (e apolitica) del protagonista. Newman capovolge il punto di vista mettendo Winston in secondo piano e soprattutto ci racconta la vita di Julia prima che lo incontrasse. Julia è più giovane di lui, ha meno ricordi di un mondo senza il Grande Fratello e quindi si sente meno oppressa: ha una visione della realtà più concreta ed energica. 1984 di George Orwell rimane un totem della letteratura politica ma Julia offre ai lettori di oggi un modo nuovo di guardare a quel mondo letterario.
Laura Hood, The Conversation
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati