“Dopo 58 anni al governo il Botswana democratic party (Bdp) ha perso le elezioni”, scrive S’thembiso Msomi sul giornale sudafricano Sunday Times. “Per gli osservatori della scena politica del paese era chiaro che il presidente uscente Mokgweetsi Masisi e il suo partito avrebbero avuto vita dura alle elezioni del 30 ottobre. Ma nessuno si aspettava che il Bdp avrebbe perso in modo così eclatante (ottenendo quattro seggi su 61 in parlamento, contro i 36 conquistati dall’Umbrella for democratic change, Udc). Come in gran parte dell’Africa meridionale, anche in Botswana l’economia arranca e molti cittadini ne pagano le conseguenze. Il secondo produttore di diamanti naturali al mondo è in difficoltà perché è diminuita la richiesta di queste pietre. Il tasso di disoccupazione è così salito al 27 per cento. L’aspetto positivo del voto in Botswana è che il governo ha subìto una sconfitta in un’elezione democratica e ha accettato i risultati senza ricorrere a frodi o violenze per restare al potere. Ma che ne sarà del Botswana con il suo nuovo governo? Il leader dell’Udc (un’alleanza di partiti d’opposizione), l’avvocato Duma Boko (nella foto), è il primo presidente che non fa parte del Bdp. Ha promesso di creare nuovi posti di lavoro, risanare l’economia, lottare contro la disoccupazione giovanile e riformare la sanità. Ma come spesso succede sostituire il presidente in carica è la parte più facile. Cambiare le cose sarà molto più complesso”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati