Hassan Blasim (Michael Campanella, Guardian/eyevine/Contrasto)

In questa raccolta di racconti di Hassan Blasim gli iracheni appaiono come un popolo talmente traumatizzato da aver bisogno di una seduta psicanalitica collettiva. “Tutto questo quartiere era un immenso ospedale psichiatrico”, dice un personaggio del libro. In effetti la pazzia permea in forme diverse questo breve volume, che copre un periodo che va dalla guerra Iran-Iraq fino al 2009. Lo scenario sarà familiare a chi segue l’attualità internazionale: ostaggi, attentati suicidi ed esilio, ma Blasim trasforma questo orrore quotidiano in qualcosa di gotico. Un lupo mannaro fa strage di migranti stipati in un furgone; un soldato intrappolato in una cella sigillata finisce per mangiare il cadavere della sua ragazza. “Il mondo è molto fragile, spaventoso e inumano”, scrive l’autore. “Deve solo essere scosso un po’ per far venir fuori la sua vera orribile natura e le sue zanne acuminate”. I narratori di queste storie si muovono in una zona grigia tra la realtà e il mito. Il gusto di Blasim per il surreale lo fa un po’ somigliare a Nikolaj Gogol. Nel racconto Un giornale militare, un giornalista culturale riesumato da un cimitero racconta che quando era vivo aveva ricevuto delle storie meravigliose scritte da un soldato al fronte. Morto il soldato lui le aveva pubblicate come se fossero sue. Nonostante la morte del vero autore, però, i racconti continuavano ad arrivare. Per la disperazione il narratore costruisce un grande inceneritore e brucia tutto e alla fine dà fuoco anche a se stesso. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta un quartiere poverissimo si trasforma grazie all’arrivo di due giovani biondi. Sono angeli? Solo un matto lo penserebbe. Ma è proprio così? Si potrebbe impazzire anche solo provando a immaginare una vita nuova lontano da quel disastro che è l’Iraq. Andato a vivere nei Paesi Bassi, Salim Abdul Husain, il protagonista di Gli incubi di Carlos Fuentes, è un immigrato modello. E riesce a rimuovere tutto, tranne i suoi sogni. Le storie di questa raccolta hanno qualcosa di sdrucito e malconcio. Chiunque cerchi una facile spiegazione tra tutte queste teste mozzate e cadaveri mangiati dai vermi rimarrà deluso. Blasim cerca solo di esprimere “rabbia e interesse per l’umano terrore”. Marianne Brace, The Independent

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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati