Negli ultimi anni uomini potenti dell’industria musicale – il cantante R Kelly, il fondatore della Def Jam Russell Simmons e il frontman dei Guns N’ Roses Axl Rose – hanno affrontato le proteste dell’opinione pubblica dopo che sono emerse accuse di violenza sessuale nei loro confronti. Spesso, però, la loro popolarità sui servizi di streaming è rimasta inalterata, anzi in alcuni casi è aumentata. Il rapper, produttore e imprenditore Sean “Diddy” Combs è l’ultimo artista che ha visto aumentare in modo netto gli streaming della sua musica in seguito alle accuse pubbliche di violenza sessuale da parte di numerose donne, anche minorenni. Dopo l’arresto, a settembre, il fondatore della Bad Boy Records ha perso almeno diciotto collaborazioni con aziende, un contratto per un reality show e altre iniziative commerciali. Secondo gli esperti, gli artisti sotto accusa per gravi crimini possono vedere un aumento dello streaming per vari motivi. La curiosità gioca un ruolo importante, dichiara Serona Elton, professoressa della Frost school of music dell’università di Miami. Ma molti potrebbero ascoltare la musica di Combs per sostenerlo intenzionalmente, dice Mel Stanfill, professore d’inglese alla University of Central Florida: “C’è un gruppo di persone che non crede che le accuse siano vere”. Finora le piattaforme come Spotify e Apple Music non hanno preso provvedimenti nei confronti di Combs.
Gloria Oladipo,
The Guardian

Sean Combs, 2023 (A. Kelly, Reuters/Contrasto)

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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati