L’autrice statunitense Sigrid Nunez era poco nota prima che il suo settimo romanzo, L’amico fedele (Garzanti), vincesse il National book award del 2018. Anche Attraverso la vita (da cui è tratto il film di Pedro Almodóvar La stanza accanto) è raccontato dalla prospettiva di una scrittrice di mezza età e la narrazione principale ruota intorno al suicidio di una vecchia amica: in questo caso, una donna che dopo una diagnosi di cancro terminale chiede assistenza per porre fine alla sua vita. Si apre nel 2017 con la protagonista a una conferenza sui problemi insormontabili della crisi climatica, e “l’inevitabile prossima grande pandemia influenzale”. Sente dire che fare figli è un atto egoistico di fronte al collasso climatico e la relazione si conclude con il suggerimento che tutto ciò che gli esseri umani possono fare è “imparare a dire addio”. Il romanzo è un tentativo in questo senso: è un libro che si occupa della fine delle cose sia a livello personale sia, in generale, da un punto di vista culturale. Eppure, nonostante sia strutturato come un romanzo corale che intreccia storie di tante persone diverse, i due personaggi centrali sono gli unici tratteggiati con la giusta complessità.
Helen Charman, The Guardian

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati