Nel 2016 la fotografa statunitense Barbara Peacock ha cominciato a esplorare le vite delle persone comuni entrando nelle loro camere da letto, cioè nel loro spazio più personale e intimo. Nel corso di questo viaggio durato sette anni, è riuscita a guadagnarsi la fiducia dei soggetti da fotografare e a farsi raccontare le loro storie.
Il risultato è il progetto American bedroom in cui le foto sono accompagnate dalle parole delle persone ritratte che si sono confidate con la fotografa. Nelle immagini, scattate tra letti, coperte e lenzuola – ma anche sacchi a pelo e camper – ci sono giovani, anziani, bambine e bambini, coppie o intere famiglie insieme ai loro animali. Tutti appaiono in una condizione di vulnerabilità, ma anche di grande spontaneità.
“La camera da letto non è solo un posto privato, è un posto sacro. È una specie di santuario dedicato alle nostre vite (anche per i senza dimora), in cui passiamo un terzo della nostra esistenza”, scrive Peacock nell’introduzione del libro fotografico dedicato al progetto. “Le stanze diventano una manifestazione di noi stessi, un posto dove riposare, amare, ricevere conforto, essere se stessi, dare la vita, guarire, elaborare un lutto, essere malati e morire. Il mio sguardo non si è concentrato sulle differenze tra le persone, ma sulle cose che ci rendono simili, che ci legano in quanto esseri umani”. ◆
Barbara Peacock è una fotografa statunitense che vive a Portland. Il suo progetto American bedroom è diventato un libro pubblicato dalla casa editrice tedesca Kehrer nel 2023.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati