Leggendo C’ero una volta si ha la sensazione di essere in pieno doposbronza da anni sessanta. È una parabola caleidoscopica sulle promesse mai mantenute di quel decennio, su sogni infranti e cattive vibrazioni. Il romanzo comincia nel 1969 quando Elizabeth, una ragazza con una benda su un occhio, vive con la madre in una roulotte fuori da uno stabilimento caseario nell’Ontario. La madre sogna di diventare una star della musica in California ma il suo è appunto solo un sogno. Fino al giorno in cui prende Elizabeth, ruba uno scuolabus e fugge con lei negli Stati Uniti. Ma anziché il sole della California trovano una setta millenarista spersa nelle campagne del Midwest. C’ero una volta è il primo romanzo di Cram e mostra molta padronanza della scrittura. È capace di tenere insieme due trame contemporaneamente passando con destrezza da una all’altra. Chiunque sia interessato al lato oscuro degli anni sessanta troverà questo libro appassionante come è successo a me.
Roz Milner, PRISM international

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Questo articolo è uscito sul numero 1599 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati