Per essere un film che si sforza disperatamente di vivacizzare una storia fradicia di lacrime, We live in time di John Crowley si muove su binari abbastanza convenzionali. Questo drammone strappacuore che include una malattia terminale, appoggiato pesantemente sul carisma dei due protagonisti e sull’intesa tra loro, adotta una struttura non lineare – in stile (500) giorni insieme – che porta un certo grado di sperimentazione in una vicenda altrimenti familiare. Rimettere insieme i pezzetti del racconto può essere appagante, anche se proprio la struttura del film ci tiene a distanza dai personaggi, impedendo di approfondire la loro conoscenza.
Wendy Ide, The Observer
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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati