Victor Dyomin, Getty

La verticale, o posizione di equilibrio a testa in giù, può far paura ma è alla portata di quasi tutti, se si è disposti ad allenarsi per ore. Un articolo del Financial Times racconta l’attuale “ossessione” per le posizioni invertite: lezioni, seminari e ritiri dedicati alla ricerca di un equilibrio sulle mani che duri il più a lungo possibile, magari con l’aggiunta di torsioni, gambe raccolte o divaricate, o della più complessa verticale su una mano sola. Secondo l’artista circense Julien Mauclert, la verticale “è un modo per riconnettersi con la terra”. “Mettersi a testa in giù dà una bella scarica di adrenalina”, sostiene Genny Wilkinson, dello studio Mission di Londra, il primo a offrire lezioni di verticale nel Regno Unito. “Dal primo giorno c’erano liste d’attesa lunghissime”, aggiunge. “Le lezioni attirano gente di tutti i tipi, dai praticanti di yoga di sessant’anni ai ballerini del Royal ballet. Occorre seguire un percorso atletico preciso: “All’inizio la propriocezione va in tilt”, spiega Mauclert. I limiti fisici possono essere un ostacolo, ma quelli mentali sono altrettanto problematici. Per chi ha poca esperienza, la chiave è sempre l’impegno. Sammy Dinnen, un altro insegnante dello studio, suggerisce di lavorare “poco e spesso”, come un bambino che impara a camminare, e raccomanda di concentrarsi sia sul rafforzamento delle spalle, sia sulla flessibilità. A differenza di quanto si pensa spesso, non è solo una questione di addominali. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1601 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati