◆ Il cambiamento climatico sta riducendo la velocità del vento alle medie latitudini dell’emisfero settentrionale, minacciando la produzione di energia eolica in Europa e in Nordamerica, afferma uno studio pubblicato su Environmental research letters.
Il fenomeno, chiamato stilling, è dovuto al riscaldamento della superficie terrestre e della troposfera, la fascia più bassa dell’atmosfera, ed è particolarmente intenso nei mesi estivi. I ricercatori prevedono che il calo sarà inferiore al 5 per cento nel periodo compreso tra il 2021 e il 2050, per poi raggiungere il 10 per cento nella seconda metà del secolo. Valutare con precisione l’effetto del cambiamento climatico sui venti è difficile, a causa della scarsità di dati e della variabilità locale, ma queste stime sono in linea con i risultati di altre ricerche e con le previsioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Lo studio ipotizza che nello scenario peggiore la capacità potenziale dei parchi eolici potrebbe ridursi del 25 per cento. Nell’estate e nell’autunno del 2021, quando in Europa la velocità dei venti era stata inferiore del 15 per cento rispetto alla media stagionale, il Regno Unito era stato costretto a riavviare due centrali a carbone per compensare l’ammanco. I ricercatori avvertono che anche un calo del 5 per cento potrebbe avere conseguenze notevoli sui prezzi dell’energia, e consigliano di investire sul miglioramento delle reti, sull’efficienza energetica e sullo sviluppo di altre fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico.
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Questo articolo è uscito sul numero 1602 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati