Circa un anno fa, la pubblicazione in Egitto di un fumetto tratto dal romanzo Il ladro e i cani del premio Nobel Nagib Mahfuz ha dato il via a un dibattito tra lettori e critici sull’opportunità di trasformare in fumetti le grandi opere della letteratura araba. In molti liquidano il fumetto come una forma d’espressione occidentale, ma i suoi difensori sono arrivati a rintracciarne le origini addirittura nei papiri dell’antico Egitto. Il dibattito è stato rilanciato di recente dalla pubblicazione dell’adattamento di un altro romanzo di Mahfuz, Miramar. Di sicuro i fumetti nel mondo arabo non hanno mai davvero sfondato. Importanti opere della letteratura araba sono state adattate da autori occidentali, mentre quelli del Nordafrica e del Medio Oriente spesso hanno scelto di non pubblicare le loro opere in arabo. In Arabia Saudita esiste una commissione che assiste economicamente gli adattamenti a fumetti di opere letterarie. È un buon inizio, ma risolve solo il problema degli alti costi di produzione. Per arrivare a fumetti arabi di qualità, la strada è lunga. Al Jazeera

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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati