
“Il 2 per cento delle riserve mondiali di rame si trova nello Zambia”, dove almeno 26 siti estrattivi sono gestiti da aziende cinesi, ricorda la copertina di The Continent, che parla di un disastro ambientale avvenuto alla fine di febbraio a Chambishi, nel nord del paese. In una miniera della Sino-Metals Leach Zambia, si è rotta una diga contenente le acque di scarto dell’estrazione del rame: cinquanta milioni di litri di acque acide si sono riversati nel fiume Mwambashi, uccidendo i pesci e distruggendo le coltivazioni di mais lungo le rive, e da lì in altri importanti corsi d’acqua. Sono state rilevate tracce di contaminazione fino a cinquanta chilometri di distanza. Il governo di Lusaka ha sospeso le attività della Sino-Metals e ordinato ispezioni in altri impianti che gestiva, adottando un atteggiamento insolitamente rigido verso la Cina, uno dei principali creditori dello Zambia. Ma questo succede sempre troppo tardi, conclude The Continent: “Anche se le leggi ambientali sono ambiziose, manca la sorveglianza e le denunce delle comunità che vivono vicino alle miniere raramente sono prese in considerazione”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati