Il sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, principale oppositore del presidente Recep Tayyip Erdoğan, è stato arrestato la mattina del 19 marzo insieme a decine di funzionari, deputati e colleghi del Partito popolare repubblicano (Chp, centrosinistra). İmamoğlu è accusato di estorsione (è definito il capo di una “organizzazione criminale a scopo di lucro”) e di “terrorismo” per “aver aiutato il Partito dei lavoratori del Kurdistan”, che in Turchia è fuori legge. “Senza tentennamenti diciamo cosa sta succedendo: è un colpo di stato”, scrive il quotidiano turco Birgüm. “Si vogliono rimuovere tutti gli ostacoli al rafforzamento del regime. Non è stata un’operazione ordinaria, ma ogni dettaglio è stato preparato in anticipo: giornalisti e politici hanno concordato cosa dire; mentre si svolgeva l’operazione di polizia internet è stata limitata e i social media sono stati resi inutilizzabili; il governatore di Istanbul ha imposto il divieto di manifestazione; i trasporti locali sono stati bloccati rendendo impossibile raggiungere le vie centrali della città. A Istanbul è in vigore una legge marziale non dichiarata. Dopo aver perso il sostegno degli elettori, il governo sta cercando di rimettere in riga la società con la forza e la repressione”. İmamoğlu dovrebbe rappresentare il Chp alle elezioni presidenziali del 2028.

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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati