Se riuscite a immaginare una combinazione della musica e della scrittura per tastiera alternativamente notturna e percussiva di Bartók, unita alla rigogliosità cromatica di Szymanowski o Skrjabin, allora avrete una buona idea di cosa aspettarvi da questi due meravigliosi concerti. Ahmet Adnan Saygun (1907-1991) fu senza dubbio un compositore importante, uno degli ultimi grandi musicisti nazionalisti attenti alle basi etniche. Assorbe completamente le influenze della musica popolare turca in un linguaggio evocativo e personale che ha abbastanza legami con la tradizione occidentale da consentire agli appassionati dei grandi concerti romantici di non perdere l’orientamento, pur assaporando numerosi suoni nuovi, colorati e atmosferici. Il primo concerto risale agli anni cinquanta, il secondo (composto per la splendida solista di questa registrazione) ai tardi anni ottanta. Nel secondo c’è forse un tocco di raffinatezza in più, ma sono entrambi pieni d’idee accattivanti e offrono numerose opportunità virtuosistiche al pianista. Le esecuzioni sono fresche, idiomatiche e piene di fuoco. Se non conoscete ancora questo compositore magistrale, avete trovato un ottimo punto di partenza.
David Hurwitz, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati