Il Ruanda ha accettato di accogliere i migranti a cui sarà negato l’ingresso nel Regno Unito. Il 14 aprile la segretaria di stato britannica per gli affari interni Priti Patel e il ministro degli affari esteri ruandese Vincent Biruta hanno firmato un accordo di partenariato sulle migrazioni e lo sviluppo economico che lascia molti interrogativi sulla sorte delle persone che saranno trasferite nel paese africano. In passato questo tipo di accordi non ha impedito ai profughi di provare a tornare nei paesi che li avevano respinti né gli ha garantito condizioni di vita dignitose nelle loro nuove case. Non si sa il numero preciso di migranti che Londra si aspetta di reinsediare, ma le autorità hanno lasciato intendere che ogni migrante di sesso maschile fermato nel tentativo di entrare illegalmente nel Regno Unito sarà mandato in Ruanda. L’anno scorso sono state fermate 28.526 persone.
Prima del Ruanda, Londra si era rivolta ad altri paesi africani, che avevano respinto la proposta. Lo sostiene una fonte diplomatica, secondo la quale il Kenya ha declinato l’offerta facendo riferimento all’alto numero di profughi, 800mila, che già vivono nel paese. “In base a un’analisi costi-benefici, i soldi offerti da Londra sono troppo pochi”, spiega. “Ospitare queste persone costa molto di più”.
Il Regno Unito verserà fino a 120 milioni di sterline al Ruanda. Per Londra i profughi sono diventati un peso, e il costo per deportarli e pattugliare i confini sfiora i 4,7 milioni di sterline al giorno. Per il primo ministro Boris Johnson il Ruanda è un ottimo paese ospite perché “è uno dei più sicuri al mondo, noto per la sua capacità di accogliere e integrare i migranti”.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) non ha partecipato ai negoziati e si oppone “ad accordi che mirano a trasferire profughi e richiedenti asilo in paesi terzi, senza protezioni e standard garantiti”, ha detto Gillian Triggs, vice alta commissaria dell’agenzia. Le autorità di Kigali sostengono che i migranti avranno diritto alla piena protezione in base alla legge nazionale, alle stesse opportunità di accesso al mondo del lavoro e ai servizi sanitari e previdenziali che hanno i ruandesi, oltre che ai documenti d’identità.
Nel 2014 il Ruanda ha firmato un accordo con Israele per accogliere i migranti africani a cui era stato negato il diritto di risiedere nello stato ebraico. Nel 2016 uno studio dell’International refugee rights initiative sottolineava che le persone reinsediate in Ruanda e in Uganda in base a quell’accordo avevano ricevuto poco supporto e non godevano dei diritti riservati ai lavoratori. Alcune erano finite per strada a chiedere l’elemosina.
◆ Nel Regno Unito l’accordo tra Londra e Kigali ha suscitato critiche durissime dalle organizzazioni di tutela dei diritti umani e dai vertici della chiesa anglicana. Sul sito della Cnn, la giornalista Sally Hayden spiega che il regime autoritario di Paul Kagame usa gli accordi sui profughi per mantenere buoni rapporti con i paesi ricchi disposti a chiudere un occhio sulle violazioni dei diritti umani in Ruanda.
Nel 2021 il Ruanda ha accettato di ospitare i migranti respinti dalla Danimarca, che in cambio ha offerto un aiuto permanente al sistema dell’accoglienza ruandese. Kigali ha anche accolto i migranti rimasti bloccati, in condizioni disumane, in Libia. Anche in quel caso ci si è chiesti se fosse davvero il modo migliore per convincere le persone a non tentare la traversata verso l’Europa. Dopo l’annuncio del partenariato, sia il governo ruandese sia quello britannico hanno dovuto affrontare dure critiche. Il Ruanda ha puntualizzato che l’accordo esclude i richiedenti asilo provenienti dai paesi confinanti e le persone con precedenti penali. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati