Se ci fosse un tribunale delle parole, fioccherebbero le condanne per l’abuso di parole belle di cui si riempiono la bocca i politicanti. Per esempio, che si faccia la guerra per promuovere la pace, non è un reato di parole? È un’accozzaglia senza senso, che umilia una parola meravigliosa come pace , fatta di due sillabe chiarissime. E che l’espansionismo economico più violento e volgare si nasconda dietro la bella parola sostenibilità non è questo pure un reato gravissimo verso il pianeta, con i suoi boschi e le sue sorgenti segrete? Tutti vogliamo un’energia pulita, ma la situazione sembra fuori controllo. Vado in Calabria a visitare Valentino Santagati, il cantastorie nel film La chimera , che insieme al coordinamento Controvento porta avanti una battaglia per ribaltare le priorità. La Calabria, come altre aree interne d’Italia, si sta trasformando in una colonia energetica dove con la presunzione della transizione ecologica si seminano pale eoliche e si ricoprono migliaia di ettari di suolo fertile con pannelli solari, senza una chiara identificazione delle aree idonee. Immagino che quando tra pochi anni saremo invasi da pannelli da dismettere, pale da smontare e batterie non più efficienti, la parola ecologia, smunta e pallida, piangerà su questa virtuosa spazzatura. Per dirlo con le parole di Valentino: “Qui ci girano le pale / siamo hub per l’energia / nel sistema coloniale / detto pure economia”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati