Charles Brown ha sempre amato volare. Adora sentire il rombo del motore sotto i piedi mentre l’aereo si alza in cielo e la Terra si rimpicciolisce, trasformando le case in piccoli blocchi colorati e le auto in fluttuanti particelle luminose. Da bambino costruiva modellini di aeroplani. Nel 1985 entrò nei marines e si addestrò nell’aviazione. La sua carriera militare, però, si concluse dopo appena un anno, quando tuffandosi in piscina sbattè la testa riportando una lesione al midollo spinale con paralisi parziale di braccia e gambe. Oggi Brown usa una sedia a rotelle e volare per lui è diventato un rischio, perché è una persona con disabilità.
“Quando volo c’è sempre un momento in cui mi chiedo: ‘Cosa devo fare per arrivare alla fine di questa giornata senza farmi male?’”, spiega. Nel suo primo volo dopo l’incidente Brown ebbe una commozione cerebrale nella fase di atterraggio. Non riusciva a stare dritto e colpì violentemente la testa contro il sedile davanti. Durante un altro volo due dipendenti della compagnia aerea lo hanno fatto cadere mentre lo sollevavano per posizionarlo su una sedia a rotelle speciale, abbastanza stretta per percorrere il corridoio dell’aereo. Quella volta si è rotto il coccige e ha passato quattro mesi in ospedale combattendo contro un’infezione che ha rischiato di ucciderlo. Ai possibili danni fisici si aggiunge la preoccupazione dei danni che può subire la sua sedia a rotelle da 41mila dollari quando viene caricata o scaricata dalla stiva dell’aereo. La carrozzina, progettata sul corpo di Brown, impedisce la formazione di piaghe da decubito.
Problemi evitabili
Non è raro che le compagnie aeree perdano o danneggino una sedia a rotelle. Secondo l’Air travel consumer report (rapporto su chi viaggia in aereo) nel 2021 almeno 7.239 carrozzine e veicoli elettrici sono stati persi, danneggiati o rubati mentre erano affidati a una delle principali linee aeree del paese. Una media di venti al giorno. Molte persone che usano la carrozzina raccontano che per loro prendere un aereo può diventare un incubo. Anche quando non ci sono inconvenienti, Brown subisce comunque una serie ininterrotta di umiliazioni, dal momento in cui arriva in aeroporto al momento in cui lo lascia. Brown e altri attivisti sostengono che molti di questi problemi si potrebbero evitare se gli aerei e gli aeroporti fossero progettati per accogliere i passeggeri che non possono camminare. Il dipartimento dei trasporti ha pubblicato una carta dei diritti dei passeggeri con disabilità, ma l’iniziativa si è ridotta a un riassunto delle leggi esistenti, senza alcun aumento degli obblighi per le compagnie aeree.
Per verificare direttamente le difficoltà affrontate dai passeggeri in sedia a rotelle, a maggio il New York Times ha documentato l’esperienza di Brown a bordo di due aerei American Airlines negli Stati Uniti, durante un viaggio da Palm Beach a San Antonio con scalo a Charlotte, in North Carolina. Alle 7.25, tre ore prima del volo, Brown incontra la sua accompagnatrice fuori dall’aeroporto di Palm Beach. Di solito arriva in anticipo perché ci mette più tempo degli altri passeggeri a fare i vari passaggi. Entrando in aeroporto si ferma per salutare il dipendente aeroportuale che porterà il suo bagaglio al banco del check-in. Brown, che è il presidente dell’associazione Paralyzed veterans of America, viaggia spesso in aereo per lavoro.
Quasi tutti i banchi del check-in sono più alti di Brown, che deve avvicinarsi al nastro per i bagagli per informare il dipendente del fatto che la sua sedia a rotelle pesa 416 libbre (188 chili), un dettaglio che ha già comunicato riempiendo un modulo al momento della prenotazione la settimana scorsa. Brown imbarca anche una carrozzina da doccia, una borsa per il pronto soccorso e un secondo bagaglio.
Stamattina il percorso verso i controlli di sicurezza è silenzioso e vuoto. Ogni volta che prende un aereo, Brown viene accuratamente perquisito. Anche oggi allarga le braccia mentre l’agente gli passa le mani lungo la schiena, le braccia e le cosce. Brown sottolinea che l’agente ha fatto un buon lavoro. In passato gli è capitato che gli abbiano chiesto di sollevare le gambe o il corpo in modo da poter controllare il suo fondoschiena. Tutte cose che Brown non può fare. Una volta, dopo essersi sottoposto a due perquisizioni corporali complete, ha ricevuto una richiesta impossibile: “L’agente mi ha chiesto di alzarmi in piedi. Gli ho risposto che non potevo. Ho dovuto chiamare un supervisore per risolvere il problema”.
Non lo sollevano abbastanza, facendolo sbattere contro il bracciolo del sedile
Brown raggiunge il gate quaranta minuti dopo l’arrivo in aeroporto. Beve un po’ d’acqua e prende le sue medicine. Di solito non beve prima di volare, perché per lui molti bagni sono inaccessibili. Secondo quanto stabilito dal dipartimento dei trasporti, gli aerei con due corridoi devono avere almeno un bagno accessibile alle persone con disabilità, ma questa norma non si applica ai velivoli con un solo corridoio, usati sempre più spesso anche per i voli a lungo raggio. Oggi Brown fa un’eccezione alla regola di non bere acqua perché ha avuto da poco un calcolo renale. Non potendo usare il bagno dell’aereo, ha un catetere Foley, anche se questo può aumentare i rischi per la sua incolumità quando viene trasportato dal personale aeroportuale. In passato Brown è stato costretto a urinare in una bottiglia mentre era seduto al suo posto, nascondendo le parti intime con delle coperte.
Alcuni passeggeri mangiano degli snack o fanno colazione. Brown non mangia, perché vuole evitare di avere bisogno di un bagno durante il volo. Non mangia dalle 13.00 del giorno precedente. Privarsi di cibo e acqua per ore prima di un volo è una scelta comune tra i viaggiatori che usano la carrozzina e non possono accedere al servizi igienici.
Quando arriva il momento d’imbarcarsi Brown deve riferire per l’ennesima volta al personale di bordo il peso della sua sedia a rotelle e il numero di persone necessarie per sollevarlo e sistemarlo su una sedia da corridoio. Chiede ripetutamente a un assistente di volo di mettere il poggiatesta della sedia a rotelle nel suo bagaglio, spiegandogli come piegarla e metterla in stiva nel modo giusto. L’assistente di volo sembra non capire le istruzioni di Brown, così un’altra persona interviene per dare una mano.
Brown entra nel pontile d’imbarco prima degli altri passeggeri. Questo gli concede un po’ di privacy durante il trasferimento a bordo, la fase che lo preoccupa più. Oggi due dirigenti osservano la procedura, un fatto insolito. Brown sistema il suo catetere Foley e alza le braccia in attesa di essere sollevato. Dopo aver contato fino a tre, un dipendente aeroportuale lo afferra per il petto mentre un altro fa leva sotto le sue cosce per riporlo nella sedia da corridoio. Mentre lo sollevano, le gambe hanno uno spasmo. Viene trasportato fino al suo posto, in tredicesima fila. Si prepara a un altro trasferimento. Per un momento le braccia e le gambe penzolano. Brown vede il bracciolo che gli sfiora la coscia e si prepara a un possibile impatto. Viene sistemato al suo posto, dove è stato messo un cuscino speciale per evitare le piaghe.
Durante le due ore di volo Brown ha spasmi ogni due minuti. Le gambe si allargano e il ginocchio si estende verso il corridoio, provocandogli un dolore al fianco. Gli viene sempre assegnato un posto sul corridoio perché per il personale aeroportuale è più facile posizionarlo. La sua sedia a rotelle ha delle imbottiture per bloccare le gambe, ma in aereo l’alternativa migliore sono le mani, che usa costantemente per bloccare le ginocchia e spingerle verso l’interno. Alla fine del volo il livello di dolore all’anca è due o tre su una scala di dieci. Qualcosa di simile a un insistente mal di testa. Poco prima dell’atterraggio Brown appoggia il braccio destro contro il sedile di fronte esercitando una forte pressione mentre l’aereo atterra con un sussulto. È una manovra per evitare che la sua testa sbatta contro il sedile. È stato un atterraggio brusco. Sorridendo, Brown dice che atterra così un pilota della marina o dei marines, non uno dell’aeronautica.
Mentre gli altri passeggeri scendono, i loro trolley a volte urtano contro il suo ginocchio. Brown e la sua accompagnatrice sono gli ultimi a sbarcare. Attendono che un dipendente della compagnia aerea consegni la sedia a rotelle all’ingresso del pontile di sbarco, un servizio che le compagnie aeree sono tenute a fornire. Brown non vuole lasciare il suo posto ed essere trasferito su una sedia da corridoio fino a quando la sua sedia personale non è pronta all’ingresso del pontile. Se dovesse trascorrere più di venti minuti sulla sedia da corridoio, spiega, svilupperebbe piaghe da decubito. Gli addetti alle pulizie sono già entrati nell’aereo per aspirare, disinfettare e raccogliere i rifiuti. Gli assistenti di volo chiedono ripetutamente a Brown se è disposto a sbarcare. Il personale deve fare in fretta per imbarcare i passeggeri del prossimo volo. Alla fine Brown accetta di spostarsi anche se la sedia non è pronta.
I due addetti incaricati di sollevarlo dal sedile sembrano esitare, come se avessero paura di fargli male. Brown cerca di spiegare che devono tenerlo stretto, ma istintivamente assume una posizione di difesa, stringendosi nelle spalle come per proteggersi. I dipendenti non lo sollevano abbastanza, facendolo sbattere contro il bracciolo e strisciare sul sedile. Poi lo lasciano cadere sulla sedia da corridoio, con un tonfo. Le cinghie che dovrebbero bloccare i suoi piedi non sembrano funzionare bene. Un assistente di volo le riallaccia per tre volte. Brown viene spinto fuori dal pontile di sbarco davanti a una folla di passeggeri in attesa d’imbarcarsi sul prossimo volo, ormai in ritardo. Alcuni hanno l’aria esasperata. Molti lo fissano. Dieci minuti dopo arriva la sua sedia a rotelle e cominciano un altro trasferimento, davanti a una folla di passeggeri. “È frustrante”, ammette Brown. “Non voglio più usare la parola ‘imbarazzante’, ho deciso di smettere di farlo. Ma in effetti è imbarazzante quando i pantaloni ti scivolano scoprendoti il sedere”, spiega riferendosi ad altre occasioni in cui i pantaloni si sono abbassati in pubblico durante la fase di trasferimento. Adesso i due addetti si scambiano i ruoli. La manovra viene eseguita meglio. Un dipendente della compagnia aerea si scusa con Brown per la mancanza di riservatezza.
La frustrazione
Lo scalo a Charlotte dura due ore. Il volo per San Antonio è in programma per le 14.45 e l’atterraggio alle 16.42. Durante l’attesa lo stomaco di Brown comincia a brontolare. Poco prima dell’imbarco è annunciato un ritardo. Il volo partirà alle 16.30 e atterrerà alle 18.30. Considerando il tempo necessario per lo sbarco e per raggiungere il suo albergo, Brown non crede di poter resistere senza mangiare così a lungo (almeno fino alle otto di sera). Quindi alle 14.16 morde finalmente una barretta. Sono passate venticinque ore dal suo ultimo pasto.
Durante i preparativi per l’imbarco, il personale trasporta tre signore anziane su normali sedie a rotelle aeroportuali, quelle che sono usate da chi non può camminare per lunghe distanze. Le donne sono trasferite per prime all’interno dell’aereo. Poi gli altri passeggeri cominciano ad affollarsi attorno all’imbarco. Una famiglia con un passeggino si avvia lungo il passaggio. A quanto pare si sono dimenticati di Brown, che comincia a innervosirsi con il personale. In base alle norme del dipartimento dei trasporti i passeggeri con disabilità a cui serve tempo o assistenza per imbarcarsi devono avere la priorità. Inoltre le linee guida indicano che, se è possibile, bisogna evitare di trasferire un passeggero da una sedia a rotelle al suo posto in aereo davanti ad altre persone. Poco dopo essersi lamentato per quel trattamento ingiusto, Brown è rapidamente trasportato lungo il pontile d’imbarco, mentre scuote il capo esprimendo tutta la sua frustrazione a un supervisore che però sostiene di aver agito in modo corretto.
Nel secondo volo due uomini spostano energicamente e rapidamente Brown sulla sua sedia da corridoio e poi sul suo posto, in un vortice di movimenti. Al termine dell’operazione Brown respira affannosamente. Il suo corpo diventa un ostacolo per un passeggero che lo oltrepassa bruscamente scavalcando le sue gambe per raggiungere il posto accanto al finestrino. La sua accompagnatrice è seduta nel posto centrale. Brown appare a disagio, ma non può muoversi, resta bloccato. Durante il volo cerca di dormire un po, ma si sveglia più volte per impedire alle ginocchia di sporgere.
Il secondo atterraggio è più morbido del primo, ma l’aereo ha degli scossoni durante la discesa. Brown appoggia il braccio al sedile di fronte, ma il gomito trema per lo sfinimento. I passeggeri cominciano a sbarcare alle 18.50. Brown armeggia con il ginocchio, mentre le persone lo oltrepassano, per evitare di essere colpito dai trolley. Quando l’aereo si svuota alcuni dipendenti con sgargianti gilet gialli cominciano a pulire intorno a lui.
Alle 19.10 la sedia di Brown è pronta all’imbocco del pontile di sbarco. Il trasferimento dal posto in aereo alla sedia da corridoio avviene senza inconvenienti, ma Brown è messo in una posizione sbilenca. Un assistente di volo gli tiene le ginocchia per evitare di farle sbattere sui sedili lungo il percorso.
Amy Lawrence, portavoce di American Airlines, rispondendo alle proteste per gli incidenti durante i voli, ha precisato: “Negli ultimi anni siamo stati particolarmente attenti a dare ai nostri dipendenti gli strumenti e le risorse per gestire lo sbarco in modo adeguato, e abbiamo registrato diversi miglioramenti”. La portavoce ha citato l’introduzione di etichette specifiche per le sedie a rotelle su tutti i voli. Le etichette dovrebbero migliorare il loro tracciamento e illustrare le caratteristiche di ognuno.
Brown va al ritiro bagagli, per scoprire da un dipendente che l’aeroporto di San Antonio al momento non è in grado di offrire il servizio di trasporto per la sua sedia da doccia, il bagaglio che aveva portato in cabina e le due grandi valige imbarcate. Il dipartimento dei trasporti prevede che le compagnie aeree debbano assistere le persone con disabilità nel trasporto dei bagagli, ma molte riferiscono che all’atto pratico spesso il servizio non è disponibile.
La denuncia
Erin Rodriguez, portavoce dell’aeroporto di San Antonio, ha risposto precisando che tutte le compagnie aeree forniscono assistenza alle persone in sedia a rotelle anche nel trasporto dei bagagli, senza alcun costo aggiuntivo. Rodriguez ha aggiunto che ci sono i telefoni posizionati in tutto il terminal per chi ha bisogno di assistenza immediata.
Il sole tramonta colorando di rosa il cielo dietro un gruppo di nuvole nere. Brown si lascia alle spalle l’aria fresca del terminal e si immerge nel caldo umido del Texas. È stata la persona che lo accompagna ad aiutarlo con i bagagli. Farlo da solo sarebbe stato molto difficile. Alle 19.38 Brown sale agevolmente una rampa ed entra in un’auto che, a differenza degli aerei su cui ha viaggiato, è progettata per accogliere la sua sedia a rotelle.
All’inizio di luglio Paralyzed veterans of America ha presentato una denuncia formale contro American Airlines a nome di quattro componenti dell’organizzazione, tra cui Charles Brown. La denuncia di Brown è basata sull’esperienza vissuta durante i voli documentati dal New York Times a maggio. American Airlines non ha voluto rispondere alla richiesta di un commento. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1477 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati