Il rischio di neoplasie maligne del sangue, già documentato, non è l’unico a emergere dagli studi scientifici sugli effetti dell’esposizione al glifosato. Nuove informazioni rese pubbliche il 27 settembre da alcune organizzazioni che fanno parte del Pesticide action network (Pan Europe) evidenziano i danni che la molecola potrebbe causare al sistema nervoso dei bambini le cui madri sono state esposte all’erbicida durante la gravidanza. Le ong hanno trasmesso i dati al tribunale di Vienna, che indaga sulla Bayer Monsanto, produttrice del diserbante più usato al mondo.
Le nuove scoperte potrebbero rivelarsi cruciali in vista del Consiglio europeo del 13 ottobre, quando l’Unione dovrà pronunciarsi sul rinnovo dell’autorizzazione alla vendita del prodotto. La Commissione europea ha proposto una proroga di dieci anni.
Secondo le ong le conseguenze sul sistema nervoso sono molte: disturbi motori, del comportamento e dello spettro autistico, depressione, ansia. Eppure, com’è successo con i tumori e altre malattie, questi effetti non sono stati considerati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo cui l’erbicida non presenta “nessuna area di preoccupazione critica”.
Le nuove informazioni arrivano soprattutto da una pubblicazione scientifica del 2001. Lo studio non è stato incluso dalla Bayer Monsanto nella sua richiesta di riautorizzazione, nonostante la normativa europea preveda che le aziende segnalino tutte le ricerche sulle conseguenze potenzialmente dannose dei prodotti.
La ricerca indagava la neurotossicità del glifosato nello sviluppo dei roditori e ha rilevato gravi danni alle capacità motorie tra i discendenti delle femmine esposte alla molecola durante la gestazione. Gli effetti sono stati provocati da una dose di prodotto attualmente considerata sicura dalle autorità europee. Questi risultati sono sufficienti a concludere che esista una forte probabilità di danni simili nell’essere umano, dunque in sé basterebbero a far scattare il principio di precauzione. Le ong accusano la Bayer Monsanto di aver nascosto i rischi legati al glifosato.
Sono stati due ricercatori svedesi a evidenziare nel 2022 l’incompletezza della documentazione fornita all’Efsa, che ha citato il loro lavoro nella sua valutazione ma non ha modificato le sue conclusioni.
Senza alcun dubbio
Lo studio del 2001 è solo uno tra i tanti che hanno ipotizzato un legame tra l’esposizione al glifosato e i danni al sistema nervoso. Due pubblicazioni molto più recenti si rivelano illuminanti.
La prima, del 2019, è uno studio statistico realizzato in una regione agricola della California su donne che durante la gravidanza avevano vissuto a meno di due chilometri di distanza dai campi dove era usato il glifosato, insieme ad altri dieci pesticidi esaminati. I loro figli presentavano un rischio più elevato di disturbi dello spettro autistico. Se il neonato era stato esposto al glifosato durante il primo anno di vita, il rischio aumentava e si combinava con quello di disabilità mentale.
La seconda pubblicazione, del 2022, consiste in un’analisi di tutte le ricerche pubblicate sulla tossicità del glifosato per gli esseri umani e gli animali. La conclusione principale dello studio è che “l’esposizione a questo pesticida nel corso dei primi stadi di vita può compromettere gravemente il normale sviluppo delle cellule”. Lo studio aggiunge che “nonostante le dosi di glifosato che producono questi effetti varino molto” da una ricerca all’altra, sono comunque inferiori “alla soglia indicata dalle agenzie di controllo”.
In questo corpus si ritrova, per gli esseri umani, il rischio di disturbi dello spettro autistico in caso di esposizione prenatale, ma anche di danni alla memoria visiva e allo sviluppo del sistema nervoso centrale. Il verdetto è chiaro: “L’esposizione al glifosato può senza alcun dubbio produrre importanti alterazioni nella struttura e nella funzione del sistema nervoso degli esseri umani”.
Quali conclusioni ne trarranno gli stati dell’Unione europea? La risposta arriverà il 13 ottobre. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati