L’attore Jim Bakkum e sua moglie Bettina Holwerda fanno così. Anche Victoria e David Be­ck­ham, e l’attrice statunitense Cameron Diaz e suo marito Benji Madden. Sono felicemente sposati, ma non dormono insieme. Un sondaggio che ha coinvolto mille coppie britanniche sotto i 55 anni rivela che il 49 per cento delle persone si sveglia di notte a causa del partner, le donne più spesso degli uomini. “Se il partner russa o si rigira nel letto può essere un incubo, soprattutto se si ha il sonno leggero”, dice lo studioso del sonno Merijn van de Laar dell’università di Maastricht.

Dormire insieme rischia di essere difficile anche per le coppie che hanno ritmi diversi, per esempio se una persona preferisce andare a dormire dopo la mezzanotte e il compagno o la compagna comincia ad appisolarsi già alle dieci.

I dati a disposizione variano, ma si stima che in tutto il mondo solo un quarto delle coppie usi letti separati. Insomma, dormire insieme è la norma. “Le coppie sono disposte a sacrificare in parte le loro esigenze in materia di sonno”, scrive nella sua ricerca la sociologa Jenny Hislop, che lavora per l’università di Oxford. “L’abitudine di dormire insieme è vista come una componente cruciale di un matrimonio sano, rappresenta la profondità e la fedeltà della relazione amorosa. È considerata la cosa moralmente ‘giusta’ da fare”.

Una ricerca del 2021 mostra che, in effetti, dormire insieme ha dei vantaggi. Le coppie che dividono la camera da letto tendono ad avere una fase rem migliore e più stabile rispetto a chi dorme da solo. Un buon sonno rem è importante: in questa fase si sogna e si elaborano eventi ed emozioni, e i ricordi sono ordinati e archiviati. Per misurare che effetto fa dormire insieme, il medico e ricercatore Henning Drews dell’università norvegese di scienza e tecnologia ha confrontato i dati sul sonno delle persone sposate con quelli dei single. I dati sono stati raccolti a casa dei partecipanti tramite una polisonnografia (un test diagnostico usato per i disturbi del sonno), che ha analizzato la loro attività cerebrale, la respirazione, il battito cardiaco, la tensione muscolare e il movimento degli occhi mentre dormivano. “Dormire con il partner fa sentire al sicuro”, è l’ipotesi di Van de Laar. E sembra che questa sensazione di sicurezza riduca i livelli di stress. Le persone in coppia dicono spesso di dormire meglio quando sono insieme. “Ma si tratta di qualità del sonno soggettiva, cioè di una percezione”. Curiosamente più è forte il legame tra due persone e più le diverse fasi del sonno si somigliano. “Una relazione affiatata permette che le fasi del sonno siano più sincronizzate”.

Ma cosa succede se il partner russa o tende a girarsi spesso? “Sappiamo che fattori ambientali come il rumore possono compromettere la qualità del sonno”, dice Van de Laar, anche se a volte sembra che chi dorme non si accorga di nulla, in realtà nota molte cose. “Alcune ricerche dimostrano che se si fa sentire una voce estranea a qualcuno che dorme, si sveglia prima rispetto a quando ascolta la voce di una persona conosciuta. Insomma, durante il sonno il cervello rimane vigile. Ed è una cosa positiva, perché bisogna poter reagire in caso di pericolo”.

Una sola notte non basta

Chi decide di trasferirsi in un’altra stanza non deve aspettarsi dei risultati immediati. “Spesso anche chi non ha problemi a dormire fa fatica in un letto che non conosce, perché deve abituarsi. Lo chiamiamo first night effect, effetto della prima notte”, spiega Van de Laar. “L’essere umano è abitudinario, e questo vale anche per la routine del sonno”. Lo prova anche un piccolo studio effettuato su sedici donne con un partner che russa. La notte in cui hanno dormito da sole, la loro qualità del sonno è diminuita. “Probabilmente è necessario dormire divisi per un periodo di tempo più lungo se si vuole ristabilire la normale struttura del sonno”, sostengono i ricercatori.

C’è un altro passaggio importante tra il dormire insieme in un letto matrimoniale e il dormire separati. Di recente, l’influencer svedese Cecilia Blomdahl ha condiviso su TikTok un video in cui dà consigli per dormire bene, precisando che le coppie svedesi usano spesso due piumini separati, uno per ciascuno. “Così di notte non devi litigare per la coperta e puoi sceglierne la pesantezza a seconda della temperatura che preferisci”. Secondo gli esperti del sonno, è un’ottima soluzione per chi ha un compagno di letto che si agita di continuo. “Si può anche fare il passo successivo e usare due materassi separati”, dice Van de Laar. “Oppure, se l’altro russa, farsi fare dei tappi per le orecchie su misura”.

Dormire separati non daneggia la relazione? Dopotutto, si passa meno tempo insieme. Secondo Van de Laar il termine sleep divorce, divorzio del sonno, non aiuta a dare un’immagine positiva. “Invece questa scelta, presa di comune accordo, può essere segno di una buona relazione”.

“Va considerata piuttosto come un’alleanza del sonno”, ha detto la psicologa statunitense Wendy Troxel alla Cnn. “In fin dei conti, non c’è nulla di più sano e sexy di un buon riposo notturno”.

Un po’ di tempo fa l’argomento è stato trattato anche nella rubrica di Volkskrant in cui sono i lettori a dare consigli. Carla, 60 anni, di Amsterdam, ha dato un ottimo suggerimento: “Un buon riposo notturno è molto importante per la salute e anche per la relazione. Io e il mio compagno ci facciamo visita ogni sabato e domenica mattina, nel mio letto o nel suo, e passiamo un’oretta piacevole insieme”. ◆ oa

Da sapere

◆ Fino alla metà dell’ottocento era normale condividere il letto con familiari, amici, compagni di lavoro e perfino con degli sconosciuti. Dormire insieme era spesso una soluzione alla mancanza di letti, ma a volte anche i nobili avevano questa abitudine. Si dice che la regina Elisabetta I non abbia mai dormito da sola in più di 44 anni di regno (dal 1558 al 1603). Per un sonno di gruppo confortevole bisognava seguire alcune regole: evitare di parlare troppo, muoversi con delicatezza e rispettare lo spazio degli altri. Poi la condivisione del letto è passata di moda, perché considerata poco igienica e immorale, e per quasi un secolo molte coppie sposate hanno dormito in letti separati. Questa tendenza si è invertita di nuovo negli anni cinquanta, quando l’abitudine di dormire divisi ha cominciato a essere considerata un segno che il matrimonio andava male. Bbc


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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati