Due anni fa Nine Moraal, 33 anni, e i suoi due figli si sono trasferiti in un monolocale non lontano da Utrecht, in una zona comoda perché era vicina al resto della famiglia e agli amici. Pur avendo un contratto d’affitto di soli due anni, Moraal pensava di poterlo prolungare e di restare fino a quando non avrebbe ottenuto uno dei tanti appartamenti a canone controllato disponibili nei Paesi Bassi. Ma nella primavera del 2024 il proprietario le ha detto che dovrà lasciare la casa a novembre: affittare l’appartamento non gli conviene più. Nonostante “ricerche disperate attraverso social network, agenzie immobiliari e altri intermediari”, Moraal non ha trovato niente. “Il problema non è il costo dell’affitto, ma la scarsità di appartamenti”. Moraal fa parte del numero crescente di olandesi che faticano a trovare alloggi in affitto dopo che una legge pensata per rendere le case più economiche ha finito per aggravarne la carenza. A luglio, con lo scopo di proteggere gli inquilini con redditi bassi, il governo ha imposto un regime di canoni d’affitto controllati su migliaia di case, introducendo un sistema di classificazione delle proprietà basato su fattori come condizioni dell’appartamento, metratura ed efficienza energetica. La “legge sulle case economiche” ha sottoposto trentamila immobili al canone controllato, sottraendoli al libero mercato.

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), i Paesi Bassi hanno la più alta percentuale di case a canone controllato in Europa. Circa un quarto è proprietà di privati, mentre il resto appartiene ad associazioni edilizie simili a cooperative. Prima che la nuova legge entrasse in vigore, quattro quinti dei tre milioni di immobili in affitto nel paese avevano canoni regolamentati, ora siamo al 96 per cento, secondo i dati del ministero dell’edilizia pubblica. Su circa 2,5 milioni di case in affitto la legge fissa un tetto al canone di 880 euro al mese per le famiglie che guadagnano meno di 52.671 euro all’anno. Per il resto degli immobili interessati dalla legge il canone mensile arriva al massimo a 1.158 euro. Si tratta di case destinate a famiglie con salari modesti, di cui tuttavia non sono specificati i redditi.

Per tenere il passo con la crescita della popolazione, i Paesi Bassi hanno bisogno di circa centomila nuove abitazioni all’anno, ma negli ultimi dieci anni ne sono state costruite in media due terzi del necessario. Dal 2012 la carenza di immobili ha fatto salire di un terzo i prezzi degli appartamenti non soggetti ai canoni controllati. Molti proprietari preferiscono vendere le case, ora che la legge li obbliga ad affittarle nel mercato regolamentato. Così “per chi cerca casa è diventato più difficile trovare un immobile in affitto in un mercato già ristretto”, spiega Michiel Vrijman, che dirige le attività olandesi di Heimstaden Bostad, un’azienda svedese che possiede nei Paesi Bassi 13.500 appartamenti, il 20 per cento dei quali sono stati messi in vendita.

Proteggere i residenti

Per i sostenitori della legge si tratta di una misura che era necessaria dopo anni di affitti alle stelle e di crescente privatizzazione del mercato immobiliare. L’obiettivo, secondo Hugo de Jonge, l’ex ministro dell’edilizia abitativa che ha introdotto la norma, era proteggere i residenti a reddito medio-basso dagli speculatori, diventati ormai sempre più predatori. “Dobbiamo raddrizzare qualcosa che è storto”, ha detto a giugno in un’intervista. “La misura non può essere indolore”.

Il nuovo governo, in carica da luglio, non vuole modificare la legge varata dal governo precedente. “È troppo presto” per aggiustare il provvedimento, ha detto ad agosto il premier Dick Schoof, aggiungendo però che presto sarà fatta una valutazione della norma e “se necessario, sarà adeguata”.

La Asr Nederland, che possiede circa quindicimila appartamenti in tutto il paese, ha invitato il governo a rivedere la legge. Dal 1 luglio 2024 quasi tutto il suo portafoglio è finito nel segmento regolamentato, spingendo l’azienda ad abbandonare il progetto di comprare più immobili da affittare, afferma Jos Baeten, l’amministratore delegato dell’Asr. “Ci sono altre possibilità di investimento”, ha spiegato. Un articolo della legge, inoltre, vieta i contratti di locazione a breve termine, imponendo che negli accordi non sia indicata la scadenza. Nel settore alcuni suggeriscono che questo cambiamento incoraggerà i proprietari a preferire inquilini stranieri, che con maggiori probabilità si trasferiranno all’estero dopo pochi anni, garantendo maggiore flessibilità nella gestione della case.

Ma anche gli stranieri hanno le loro preoccupazioni. Da un anno Shahmy Wahabdeen, 34 anni, ha preso in affitto una casa all’Aia per 1.400 euro al mese. Con l’entrata in vigore della nuova legge il proprietario ha deciso di vendere, obbligando Wahabdeen a cercare un nuovo alloggio per la sua famiglia di quattro persone. “Ho perso le speranze e sto seriamente pensando di rimandare la mia famiglia a casa”, dice l’ingegnere informatico originario dello Sri Lanka. “Non so cos’altro fare”.

Per i proprietari intenzionati a vendere, il mercato è favorevole. Secondo il gruppo immobiliare Nvm, il prezzo medio di vendita di una casa nei Paesi Bassi è stato di 468mila euro nel secondo quadrimestre dell’anno, con un aumento del 7,2 per cento rispetto al quadrimestre precedente, la crescita più consistente degli ultimi trent’anni. Ma con questi prezzi resterà fuori dal mercato la maggior parte delle famiglie di reddito medio, sostiene la società di ricerche immobiliari Calcasa. Oggi un aspirante compratore dovrebbe guadagnare almeno 95mila euro all’anno – più del doppio del reddito medio – per permettersi una casa.

Per quanto fosche possano essere le prospettive per chi è interessato a comprare una casa, i locatori con un reddito medio saranno i più colpiti dalla nuova legge, afferma Jasper de Groot, amministratore delegato del sito di annunci immobiliari Pararius. Mentre le persone con i redditi più bassi saranno avvantaggiate dal rigido tetto agli affitti, quelle un po’ più in alto nella scala economica saranno schiacciate in un mercato privato inesorabilmente più piccolo. “Credo che tra un anno la gente scenderà in piazza per lamentarsi di questa situazione: trovare un immobile in affitto diventa sempre più difficile”, spiega De Groot. “Intanto nel mercato libero i prezzi aumenteranno ancora, dato che la domanda è molto alta”. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati