Se volessimo trovare un modo per descrivere le emozioni che attraversano la folla raccolta per seguire i risultati delle elezioni a Montpellier, la sera del 7 luglio, potremmo parlare di un felice stordimento. In centinaia si sono dati appuntamento davanti al bar dell’associazione Quartier généreux. Quando in televisione compaiono i primi risultati, le persone ammassate davanti alla vetrina prima spalancano gli occhi, poi controllano per accertarsi che sia tutto vero e alla fine urlano di gioia. “La sinistra ha vinto! Il Nuovo fronte popolare (Nfp) è in testa!”, “Il Rassemblement national (Rn) è terzo! Sì, terzo!”, riferiscono quelli della prima fila a chi non riesce a vedere lo schermo.

Una donna sulla cinquantina ha un sorriso stravolto e piange. Davanti a lei un uomo è in lacrime tra le braccia della compagna. “Ho avuto paura, tantissima paura”, sussurra qualche minuto dopo. Le persone si abbracciano, si stringono e cantano senza stancarsi, in italiano: “Siamo tutti antifascisti”.

Fino a poco tempo prima in pochi avrebbero considerato possibile un risultato del genere. “Mancano dodici minuti alla fine del mondo”, aveva detto disperata Louise, in attesa delle prime proiezioni. “Ho l’impressione che ci cadrà addosso un meteorite”, aveva aggiunto con lo sguardo cupo.

Con una birra in mano, Antoine e Aissatou dicono di essere “travolti dalla vittoria”. Lei, che sta per prendere servizio come professoressa a scuola, parla del “forte impatto psicologico” di questa campagna e della sua paura, “la paura di vivere come donna razzializzata. Già devo sopportare un clima razzista anche senza la destra al potere. Figuriamoci se avesse vinto…”.

Antoine, che alle otto è scoppiato a piangere, ricorda quel momento: “Erano lacrime di sollievo e di orgoglio”. L’orgoglio di essere tornato a fare militanza politica dopo dieci anni, e di aver visto “tantissime persone entrare nel movimento. L’alleanza di tutte le figure della società civile è stata la cosa che mi ha conquistato”, aggiunge. “Ora più che mai bisogna portare avanti la battaglia in tutti i contesti. Per me è questa la lezione da imparare stasera”.

Mentre in televisione cominciano a scorrere le dichiarazioni dei politici e Jordan Bardella, il leader dell’Rn, viene molto preso in giro, un gruppo di giovani su di giri cerca di far partecipare alla festa le auto di passaggio. I colpi di clacson sono incessanti, come se fosse la serata gloriosa di una vittoria alla finale dei Mondiali. Andranno avanti così per ore.

Una grande bandiera francese sovrasta la folla, con un messaggio scritto sopra: “Riprendiamoci la bandiera”. “Non è solo il simbolo dei tifosi di calcio o dei fascisti!”, scherza una ragazza. Arthur, che la regge, concorda: “È la nostra Francia, è la nostra bandiera”. “E la nostra Francia è di sinistra! È bella, aperta e mista!”, prosegue Fiona accanto a lui. Con le spalle avvolte dalla bandiera palestinese, la giovane di 22 anni racconta che prima delle otto aveva “mal di pancia”. “Non speravamo in un risultato del genere”, ammette.

Il veleno di Bardella

La lavagna che registra i risultati del dipartimento di Montpellier comincia a riempirsi un po’ alla volta. E i volti si fanno tristi. Il Rassemblement national conquista cinque circoscrizioni, il Nuovo fronte popolare quattro. Nel 2022 l’Rn se ne era aggiudicate tre. “Siamo contenti dei risultati nazionali, ma al livello locale la situazione è davvero brutta”, si lamenta una volontaria del Quartier généreux.

“Bisogna godersi questa serata e poi approfittare dell’estate per riposare. Poi però al rientro ci rivediamo e ci rimbocchiamo le maniche!”, scandisce un altro volontario al microfono.

“Dopo questi risultati la sinistra dovrà restare unita, ma è troppo presto per parlarne! Stasera godiamocela”, commenta Natty, arrivata qui con i suoi amici Illy e Mehdi. Hanno tra i 25 e i 32 anni e sono arrivati in piazza Albert 1er per “stare con le persone di sinistra”. “Qui siamo al sicuro, è soprattutto per questo”, aggiunge Mehdi, preoccupato dall’aumento delle violenze a sfondo razziale delle ultime settimane. “Sento gli sguardi fissi addosso. Diventi sospettoso, ti chiedi chi ha votato per l’Rn. Più di dieci milioni di persone hanno votato per questo partito al primo turno: non è poco…”, conclude il ragazzo, che già si preoccupa per il 2027.

“Nonostante la gioia di stasera, ho paura per la china su cui ci troviamo. Ci siamo, siamo ancora lì”, commenta Fred, secondo cui i risultati di queste legislative sono solo una tappa. “La vittoria di oggi è che l’Rn non andrà al potere. La battaglia però sarà domani, all’assemblea nazionale”, prosegue.

Murielle, volontaria del Quartier généreux, va oltre: “Mi chiedo come sarà l’assemblea. Mi chiedo se la sinistra resterà unita”. Sorpresa di vedere tanta gente e tante facce nuove stasera al bar associativo, afferma convinta: “Questa società civile non si dividerà”. Stasera Murielle vuole godersi il vento di speranza e di gioia che attraversa la folla. Alza in alto il bicchiere e brinda al “rosicamento di Jordan Bardella!”. ◆ gim

Da sapere
Scenari di governo

◆ Dopo le elezioni del 7 luglio 2024 l’assemblea nazionale (la camera bassa del parlamento francese) è divisa in tre blocchi politici contrapposti. Ecco alcune ipotesi di Le Figaro, su come si potrebbe uscire dallo stallo e formare un governo.

Il Nuovo fronte popolare (Nfp) governa da solo Anche se non ha la maggioranza assoluta dei seggi, il blocco di sinistra è il primo nell’assemblea e ha chiesto al presidente Emmanuel Macron di nominare un nuovo primo ministro che rispecchi questo risultato. L’Nfp formerebbe quindi un governo di minoranza, appoggiato anche dalla decina di parlamentari indipendenti di sinistra, ma correrebbe il rischio di essere sfiduciato.

Unione tra i partiti di sinistra e i macronisti, ma senza La France insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon Nella sua ricerca di alleati, la sinistra unita potrebbe rivolgersi ai deputati del partito di Macron. Con 166 seggi, lo schieramento che sostiene il presidente si è imposto come seconda forza politica della camera, ma l’ipotesi di un patto con la sinistra sembra poco probabile. I macronisti non vogliono allearsi con La France insoumise (sinistra radicale), mentre l’Nfp rifiuta l’idea di un governo allargato al centrodestra.

Il partito di Macron cerca di governare da solo È uno scenario molto improbabile visti i risultati elettorali. Le forze del presidente possono solo cercare alleati.

I macronisti tendono la mano alla destra Il blocco di centro potrebbe cercare di assorbire parlamentari dei Républicains (Lr), contrari all’idea di lasciare il governo alla sinistra. È una soluzione difficile da immaginare sul piano politico e in ogni caso non permetterebbe di raggiungere la maggioranza assoluta.

Grande coalizione contro l’estrema destra Se si alleassero tutte le forze contrarie all’Rn nascerebbe una maggioranza solida. L’idea era emersa quando i sondaggi davano per possibile la vittoria schiacciante del partito di Marine Le Pen. Ma i risultati del 7 luglio hanno ridimensionato l’Rn e i suoi alleati: quindi allontanano anche la prospettiva di un’“alleanza” eterogenea tra le altre formazioni politiche.


Questo articolo si può ascoltare nel podcast di Internazionale In copertina. Disponibile ogni venerdì nella nuova app di Internazionale e su internazionale.it/podcast.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati