L’Albania si è impegnata ad aprire sul suo territorio due centri di accoglienza temporanei per i migranti che vogliono entrare in Italia. La presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni userà l’accordo con il primo ministro albanese Edi Rama per guadagnare consensi, visto l’aumento del numero di migranti arrivati in Italia negli ultimi mesi.
Si tratta di un nuovo colpo ai diritti di chi vuole emigrare. Già nel 2018 l’Unione europea aveva chiesto al governo di Tirana di farsi carico dei migranti salvati nel mar Mediterraneo in attesa che fossero esaminate le loro richieste d’asilo. All’epoca Rama aveva respinto la proposta. Il fatto che abbia cambiato idea renderà ancora più acceso il dibattito nell’Unione europea sullo spostamento della procedura d’asilo in uno stato terzo. Ci sarà chi si rivolgerà ad altri paesi balcanici. Resta il fatto che Meloni e gli altri politici europei favorevoli a soluzioni simili non sanno rispondere a una questione centrale. L’Italia accoglierà alcune delle persone mandate in Albania e ne espellerà altre. Ma non è chiaro cosa ne sarà dei migranti che Roma non accoglierà, perché non è possibile identificarli o perché non possono dimostrare di arrivare da una zona di guerra. Resteranno in Albania? È per questo che finora nessun paese ha adottato questo modello. Forse l’Italia non ha riflettuto sul problema, per questo l’accordo con l’Albania potrebbe saltare. Dal punto di vista politico Roma sembra pronta a ignorare i diritti dei migranti. Ma le direttive dell’Unione europea stabiliscono chiaramente dove e come i richiedenti asilo devono essere accolti. Non è previsto che siano portati in altri paesi e trattenuti lì. Il piano di Meloni difficilmente sarà accettato a Strasburgo. ◆ al
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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati