Abbiamo tre figli fra i dieci e i diciassette anni. La maggiore soffre molto di ansia, praticamente da quando è entrata nell’adolescenza. Il percorso psicologico (tenuto da psicologo e poi neuropsichiatra) non sembra dare una svolta. Questa situazione ci preoccupa molto e grava anche sui fratelli. Dopo quasi quattro anni non vediamo la luce.–Lettera firmata

Purtroppo non credo di riuscire a darvi una risposta più efficace di quelle delle figure professionali che vi stanno aiutando. Anche noi abbiamo affrontato un problema di ansia con uno dei nostri figli e, anche se non esiste un percorso che vada bene per tutti, nel nostro caso a migliorare la situazione è stata una combinazione di psicoterapia, intervento sull’ambiente quotidiano (per modificare un contesto scolastico che non favoriva la serenità) e una leggera cura farmacologica. Sui farmaci ero molto titubante, ma dopo essermi confrontato con diversi specialisti, mi sono convinto. Una terapeuta mi ha detto: “Può essere che questa situazione migliori da sola tra qualche anno, ma nel frattempo c’è l’adolescenza di mezzo ed è un peccato che passi così”. Un anno fa ho letto un articolo di Lucy Foulkes sul Guardian. Dopo aver sofferto di ansia nell’adolescenza, quando non c’era la consapevolezza che c’è oggi, Foulkes l’ha superata verso i vent’anni e oggi insegna psicologia all’università di Oxford. Il suo consiglio è di aiutare con tutti i mezzi a disposizione gli adolescenti ansiosi, ma di trattare questa emozione come qualcosa di passeggero e mai come un tratto permanente della personalità.
daddy@internazionale.it

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati