Cultura Suoni
Valentine
Snail Mail (Matador)

Nei tre anni di silenzio passati dal suo esplosivo debutto, Lush, Lindsey Jordan, in arte Snail Mail, ha cominciato un viaggio. Durante un periodo passato in una clinica di riabilitazione dell’Arizona, Jordan, separata dai suoi strumenti, ha cominciato a scrivere arrangiamenti usando solo un foglio e una penna. Queste idee sono diventate Valentine, il suo secondo disco, energico ed eccentrico. Se Lush era agonizzante e ansioso, Valentine trova una nuova serenità. Jordan fa un passo indietro rispetto alle emozioni e fa osservazioni più profonde sulle sue esperienze. Tuttavia ci sono lampi dell’ostinato candore che ha reso Lush così memorabile. Valentine cresce con gli ascolti e si prende il suo tempo per raggiungere dei picchi non convenzionali. È anche vario dal punto di vista sonoro, con brani guidati da sintetizzatori, come quello che dà il titolo al disco e Forever (Sailing), bilanciati da pezzi con chitarre rock, tipo Headlock e Glory.

Katie Cutforth, The Skinny

Intra-I

Come dimostrato nell’album Fyah del 2019, Theon Cross sta perfezionando il ruolo della tuba nella musica moderna. L’ha fatto anche con i Sons of Kemet e nelle collaborazioni con Nubya Garcia, Moses Boyd, Ezra Collective e altri. Con il suo strumento Cross erige mondi sonori che avvolgono jazz, improvvisazione, funk, dubstep, grime, hip hop, dub e cultura del sound system. Nella sua musica il ritmo e le tonalità basse dettano la melodia piuttosto che accompagnarla. Intra-I (che significa “dentro di sé”) offre dieci brani molto vari. Cross fa la parte del leone, ma è assistito dal batterista e programmatore Emre Ramazanoglu sulla maggior parte dei brani e da una manciata di rapper. Nella breve Intro, Remi Graves crea il manifesto dell’album mentre Cross dispone bordoni in un ambiente elettronico minaccioso. Il rapper dello Zimbabwe Shumba Maasai scrive un testo militante sull’autodeterminazione per Roots. La conclusiva Universal alignment è un duetto tra Cross e il maestro della tuba e dell’elettronica Oren Marshall. I due musicisti suonano insieme, si contrastano l’un l’altro con intensità, mentre l’armonia e il ritmo si confondono e alla fine si uniscono in un finale quasi estatico.
Thom Jurek, All Music

Fantasy island
Clinic (Rhian Askins)

Di questi tempi tutti sembrano andare in orbita, che siano William Shatner, Tom Cruise o il cast di un thriller russo ambientato sulla Stazione spaziale internazionale. Gli avanguardisti analogici Clinic però sono partiti prima di tutti e da Internal wrangler hanno passato gli ultimi vent’anni tra le stelle. Ispirati da tastiere vintage e vari strumenti di seconda mano, questi anticonformisti di Liverpool sono in una missione infinita, alla scoperta di nuovi generi nello spazio inesplorato tra indie, elettronica, krautrock e psichedelia. Se nel 2019 con Wheeltappers and shunters s’interrogavano sulla britishness dopo la Brexit, in Fantasy island la rabbia verso il loro paese è assente. Questo è un concept album dove il concetto è che non c’è un concetto. Nei testi e nei suoni cambia continuamente, come se fosse appoggiato su delle placche terrestri. Il nono album dei Clinic è un luogo intricato, pieno di umorismo e spesso in conflitto con se stesso. E forse è proprio questa confusione il punto centrale. Del resto viviamo tempi complicati e a volte non capiamo se è il caso di ridere, piangere, nascondersi o impazzire. Fantasy island è uno specchio su tutto questo, sulla nostra post-realtà. Fa innervosire e star bene allo stesso tempo. In qualche modo cattura l’essenza di cosa significa vivere nel 2021.

Ed Power,
The Quietus

Chopin: studi op. 25, 4 scherzi

Per la sua esecuzione degli scherzi di Chopin, Beatrice Rana chiama a raccolta l’orchestra e il teatro. Un grido di rabbia scuote lo scherzo op. 20, stravolgendo i suoi pilastri formali. Lo scherzo op. 39 fa tremare per la sua potenza narrativa, imprevedibile e affascinante, con un epilogo tragico degno di Brahms. La traversata degli studi op. 25 conferma l’immenso potere creativo della pianista italiana. Già l’arpa dello studio n. 1 è dionisiaca e sensuale. Lo studio n. 6 è abitato da un elfo, ed è difficile distinguere se la sua è la risata di un demone o di una musa. Infiniti dettagli che prendono vita, offrendoci un mondo ricco e vasto in cui volano farfalle schumanniane e soffia un vento omerico. Ad appena 28 anni, Rana distrugge l’immagine di Chopin come compositore fragile e ne dipinge una nuova, strana e meravigliosa.

Melissa Khong,
Classica

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1434 - 5 novembre 2021

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