Cultura Schermi
Una famiglia vincente. King Richard
Will Smith, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Aunjanue Ellis
Stati Uniti 2021, 144’. In sala
Una famiglia vincente (dr)

La scena più avvincente di Una famiglia vincente si svolge nel 1994. Venus, 14 anni, nella sua seconda partita da tennista professionista affronta Arantxa Sánchez Vicario, all’epoca al top delle classifiche. Se non sapete il risultato, il consiglio è di non cercarlo sugli almanacchi. Ma anche chi ricorda com’è andata seguirà con il fiato sospeso la ricostruzione mozzafiato che ne ha fatto Reinaldo Marcus Green. Il suo film racconta l’ascesa delle sorelle Williams, capaci di dominare e rivoluzionare il mondo del tennis femminile, guidate dall’ambizione del padre, Richard. In termini hollywoodiani King Richard si può descrivere come un film sulle origini non di una ma di due supereroine, alla scoperta delle loro qualità eccezionali sotto la guida di un mentore saggio e astuto. E, anche se corrisponde fino a un certo punto all’originale, Will Smith è sempre credibile.

A.O. Scott, The New York Times

True mothers
Aju Makita, Hiromi Nagasaku
Giappone / Francia 2022, 140’. In sala

Per una madre un’adozione può essere un trauma o un miracolo. Così si può riassumere il quattordicesimo lungometraggio di Naomi Kawase. In True mothers ci vengono mostrate due donne, la giovane Hikari (Aju Makita) e Sakoto (Hiromi Nagasaku), prima e dopo il loro diventare madri. Hikari rimane incinta mentre va ancora a scuola. Sakoto, sposata con un uomo sterile, adotta un bambino appena nato. Una vita distrutta, una vita realizzata e anche una vita salvata: True mothers sembra attenersi a questo programma. Tutto va male a Hikari, vittima di una società che la condanna a una disapprovazione silenziosa. Sakoto invece è avviata verso una felice esperienza di madre. Ma le cose cambiano. True mothers sembra suggerire che il cammino di un genitore non finisce mai e arriva a considerare entrambe le donne come eroine. Una storia semplice che diventa un melodramma potente grazie alla libertà che Kawase concede alle sue protagoniste.

Olivier Lamm, Libération

È andato tutto bene
André Dussollier, Sophie Marceau
Francia 2021, 113’. In sala
È andato tutto bene (dr)

Non si rideva molto leggendo il romanzo autobiografico di Emmanuèle Bernheim da cui è tratto È andato tutto bene. Invece il film di François Ozon sorprende con delle esplosioni di umorismo crudele, soprattutto perché sono lanciate a bruciapelo da André Dussollier, un attore molto popolare e generalmente ritenuto rassicurante. La scienza del casting, nei film di Ozon, crea meraviglie. Dussollier interpreta André Bernheim, collezionista d’arte di 85 anni, colpito da ictus, che decide di andare a morire, con dignità, in Svizzera, secondo formule consacrate. Trasfigurato dalle protesi, con il viso distorto, con un eloquio faticoso, minimale e arrabbiato, l’attore francese fornisce un’interpretazione sbalorditiva. Il film segue da vicino un altro personaggio, Emmanuèle (Sophie Marceau), la “scrittrice”, a cui il padre chiede di aiutarlo a compiere il suo ultimo viaggio. Una mela avvelenata per lei, che da bambina sognava di uccidere questo autoritario pater familias. È andato tutto bene, intelligentemente fedele al romanzo di Bernheim, trova il giusto equilibrio tra dramma familiare e film di denuncia.

Marie Sauvion, Télérama

Azor
Fabrizio Rongione, Stéphanie Cléau
Argentina / Svizzera / Francia 2021, 100’. Mubi

Il male puro è ovunque nel sofisticato ed estenuante thriller di debutto di Andreas Fontana: appesta. Azor è ambientato in Argentina, negli anni ottanta, all’epoca della giunta militare, e offre una prospettiva nuova e nauseante sugli orrori di quei tempi. Yvan (Fabrizio Rongione) è un banchiere privato di Ginevra che va in Argentina per quella che sembra una visita d’emergenza ai suoi clienti, ricchissimi e appartati. Sono preoccupati, tra le altre cose, per la sparizione del socio di Yvan, Réné, che seguiva i loro affari a Buenos Aires. Sulle tracce di Réné, Yvan si ritroverà di fronte a una specie di schema per creare reddito, un modo per far rivivere il denaro dei morti. Qualcosa per cui un banchiere svizzero può rivelarsi molto utile.

Peter Bradshaw, The Guardian

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1443 - 14 gennaio 2022
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