Cultura Schermi
Don’t worry darling
Florence Pugh, Harry Styles
Stati Uniti 2022, 122’. In sala
Don’t worry darling (dr)

Una colorata favoletta ambientata in una comunità modellata sugli anni cinquanta statunitensi, in cui tutto sembra perfetto. Ma guardando da vicino la famiglia di Jack (Harry Styles) e Alice (Florence Pugh) si capisce che non è così. Preparatevi a due grandi rivelazioni. La prima arriva verso la fine del film, quando le paranoie di Alice sono confermate in modo spettacolare. Ma le conferme ce le aspettavamo fin dall’inizio. Abbiamo visto The Truman show e conosciamo le regole: più è perfetto il paradiso, più siamo sicuri che sia una facciata, con crepe che si aprono al momento giusto. L’altra rivelazione? Styles può cantare ed essere popolare, ma quando deve recitare sembra completamente alla deriva.
Anthony Lane, The New Yorker

Maigret
Gérard Depardieu
Francia 2022, 89’. In sala

Questo adattamento di Maigret e la giovane morta sembra già un classico, come se avesse sempre fatto parte della filmografia di Patrice Leconte e Gérard Depardieu. Già da tempo il primo (L’insolito caso di Mr. Hire, 1989) aveva sorpreso e convinto mostrando le sue affinità con l’universo di Simenon. Mentre Depardieu sembra aver sempre avuto la statura e l’andatura del leggendario commissario. Un personaggio amato più dalla tv che dal cinema, tanto che l’ultima volta sul grande schermo aveva il volto di Jean Gabin, in quella Francia degli anni cinquanta che ritroviamo qui attraverso una Parigi lugubre, fotografata a tinte forti: bianca come la gonna immacolata presto macchiata di rosso, nera come la notte in cui una giovane è trovata morta. Delle indagini se ne incarica il commissario Maigret, ma per fortuna l’intreccio è classico fino a un certo punto.
Frédéric Strauss, Télérama

L’immensità
Penélope Cruz, Luana Giuliani
Italia 2022, 97’. In sala
L’immensità (dr)

Il bellissimo e vellutato melodramma di Emanuele Crialese sembra la rappresentazione vivente del famoso incipit di Anna Karenina di Tolstoj: “Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. L’immensità è un ritratto ad altezza di bambino della tristezza domestica e del desiderio di sfuggirle. La messa in scena ha il fremito della memoria fanciullesca, in cui alcuni dettagli assurdi e distraenti funzionano come parafulmini per le emozioni che saettano intorno a noi. Alcuni intermezzi di realismo magico sono un po’ pesanti: sarebbe bastata una sola ricostruzione di canti e balli televisivi in bianco e nero. Ma nonostante le torsioni e le decorazioni, L’immensità è un film sofisticato e penetrante.
Robbie Collin, The Daily Telegraph

Il signore delle formiche
Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese
Italia 2022, 134’. In sala

Oscar Wilde forse è il più famoso, ma non è l’unico omosessuale ad aver sofferto per un sistema legale arcaico. Ambientato negli anni sessanta, il film di Gianni Amelio riscopre la storia di Aldo Braibanti, intellettuale italiano finito in prigione a causa della relazione consensuale con uno studente più giovane di lui. Un capitolo vergognoso della storia italiana rappresentato in modo elegante e straziante, anche grazie al nobile lavoro dei tre interpreti principali. L’Italia post-Berlusconi ha tanta strada da percorrere prima di poter affrontare il suo passato omofobico e Il signore delle formiche potrebbe segnare l’inizio di un’importante resa dei conti con la storia.
Jude Dry, IndieWire

Nido di vipere
Bae Seong-woo, Jeon Do-yeon
Corea del Sud 2020, 108’. In sala

L’opera prima del coreano Kim Yong-hoon è un circo a tre piste, ricco di personaggi e di trame intrecciate, che ruota intorno a una borsa piena di soldi ritrovata in un armadietto dall’inserviente di una sauna. Con quei soldi spera di sfuggire alla sua vita faticosa, ma non è l’unico a voler mettere le mani su quella piccola fortuna. Alcuni espedienti narrativi non sono così brillanti e sorprendenti come gli autori sono convinti che siano, ma le interpretazioni sono ottime e la messa in scena è intensa come i colori della fotografia.
Leslie Felperin, The Guardian

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1479 - 23 settembre 2022
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