In uno dei racconti di Cinque martedì d’inverno, la quattordicenne Carol è fuggita dalle rovine del matrimonio dei suoi genitori per trascorrere l’estate facendo da babysitter ai figli di una famiglia benestante della sua città, nel New England. Ha appena letto Jane Eyre e, come l’eroina di Charlotte Brontë, si stabilisce in una grande casa con torrette e s’innamora del suo affascinante occupante maschile. La ricerca del desiderio – l’arroganza e la follia, i suoi legami con l’intelletto e la complicata sincronia tra cervello e cuore – è il grande tema di King. L’autrice ci ricorda le rivelazioni che si possono ancora trovare nella trama e nei personaggi, elementi narrativi che potrebbero passare per antiquati se non fosse che lei, con la sua gamma artistica e la sua precisione emotiva, non li fa mai sentire tali. Si scopre che c’è ancora molto da sapere sul significato della vita e sulle cose che si schiudono, come un geode, per rivelare qualche meraviglia nascosta. Sulla linea dei romanzi di King, molti racconti di questa sua prima raccolta di narrativa breve sono preceduti da una perdita e accesi dal desiderio. Nel nostro tempo di ansia e isolamento, King scrive storie in cui raggomitolarsi, offrendoci qualcosa che raramente è celebrato in letteratura: il conforto. Megan O’Grady, The New York Times
I nostri cuori perduti, il nuovo romanzo di Celeste Ng, si svolge in una sorta di distopia retrò, un incubo per bambini della guerra fredda. È il tipo di mondo in cui la gente passa molto tempo a preoccuparsi dei valori antiamericani. Ma gli Stati Uniti del romanzo non hanno l’ossessione dei comunisti russi infiltrati, si scagliano piuttosto contro la Cina e contro ogni “persona di origine asiatica”. La società che ne viene fuori, come tutte le distopie ben riuscite, somiglia in modo inquietante alla nostra. Nel mondo di Ng, i bambini sono sottratti a qualsiasi genitore che sia stato segnalato come portatore d’idee antiamericane e sono affidati, con nuovi nomi, a famiglie in città lontane. Bird, il dodicenne al centro del romanzo, non è stato portato via dalla sua famiglia. Al contrario, sua madre, Margaret, è scomparsa. Poeta asiatico-statunitense, il cui celebre verso “i nostri cuori perduti” è diventato uno slogan del movimento di protesta, è scomparsa tre anni prima dell’inizio del romanzo. Bird decide di cercarla. Quando la storia lascia la parola alla voce più adulta di Margaret, però, _I nostri cuori perduti _comincia a vacillare. Più che un personaggio reale, Margaret è un simbolo politico. Ogni volta che parla, il libro passa da una polemica interessante a una didattica disastrosa. Al contrario, la scrittura di Ng sulla genitorialità è tenera, lucida e non sentimentale. Nel suo amore per Bird, Margaret ridiventa una persona reale. Constance Grady, Vox
I personaggi di questi racconti, scritti con un umorismo cupo e una sorprendente mancanza di sentimentalismo, usano la tecnologia per cercare di recuperare ciò che è irrimediabilmente perduto: la libertà del corpo prima che fosse violato, il bambino strappato via dal mondo prematuramente, la normalità che svanisce dopo la morte di una persona cara. Le storie di South esplorano la tragedia di chi si muove a disagio tra il mondo digitale e quello fisico. Nel racconto che dà il titolo al libro, Mi ricorderò di te, una donna senza nome che lavora per il “motore di ricerca più famoso del mondo” dà la caccia all’uomo che l’ha violentata, conosciuto su un’app d’incontri. La narrazione è ancorata all’onnipresenza di internet, ma ciò che accade offline è il vero fulcro. Dopo aver seguito lo stupratore sui social network e aver letto ossessivamente la sua newsletter, la donna lo segue mentre porta a spasso il cane. Non vedendo alcuna cattiveria palese nella vita dello stupratore – la sua mostruosità risulta nascosta in bella vista – la donna non riesce a dare un senso alla violenza subita. Quando lo stupratore si trova una fidanzata, la donna si sente in dovere di avvertirla, ma lei rifiuta quelle informazioni. La donna irrompe allora nell’appartamento dell’uomo, lo stesso in cui è stata violentata. L’azione sorprendente che compie in quel luogo può essere letta come un recupero temporaneo di potere. Non sembra una coincidenza che i personaggi di South raggiungano la catarsi quando la tecnologia è assente. Queste storie suggeriscono che bisogna arrendersi all’imprevedibilità della vita. Jenessa Abrams, The Atlantic
Nel romanzo di Benjamin Stevenson il vero enigma è il numero di cadaveri. Il clan di criminali è la famiglia Cunningham, un insieme di cliché, feroce nel proteggere i suoi componenti. Quando l’affabilmente imbranato Ernest fornisce la testimonianza che condanna il fratello Michael per omicidio, è ostracizzato. Poi, alla vigilia del rilascio di Michael, è richiamato in una riunione di famiglia in montagna. Sembra un’occasione per seppellire l’ascia di guerra, ma conoscendo le inclinazioni letali della famiglia, l’ascia potrebbe essere reale. Quando è trovato un cadavere sulle piste da sci, i sospetti cadono su Michael ed Ernest indaga sperando di farlo assolvere. Durante una tempesta di neve i cadaveri si moltiplicano e il nostro pseudo-detective si ritrova in un romanzo giallo. La vita reale rispetterà le “regole” della narrativa poliziesca? Tutti gli indizi sono sottolineati dall’autore, annullando uno dei piaceri dei libri gialli: lasciare che sia il lettore a raccogliere e ordinare le informazioni rilevanti. Beejay Silcox, The Guardian
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