Cultura Schermi
The menu
Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy, Nicholas Hoult
Stati Uniti 2022, 106’. In sala
The menu (dr)

Per questo thriller culinario, il regista, produttore e sceneggiatore di Succession (Hbo), Mark Mylod, usa gli stessi ingredienti della serie ma cotti a una temperatura differente. Si concentra sulle bizzarrie dei ricchi, costretti a fare i conti con dei non ricchi che serviranno ad alcuni di loro un’elaborata cena su un’isola privata. Il gruppo di dodici “paperoni” è eterogeneo, ma tutti sono uniti dal desiderio di sperimentare l’eccellenza, qui portata all’estremo dal pretenzioso chef Slowik (Ralph Fiennes). La serata e i piani dello chef sono messi a repentaglio da una scettica ospite inattesa, Margo (Anya Taylor-Joy). All’inizio gli autori hanno gioco facile a prendere di mira gli eccessi dei ricchi e dell’altissima cucina. Poi la violenza comincia a prendere il sopravvento, anche se non diventa mai selvaggia (un horror per chi non ama il genere). E anche se non mantiene ogni promessa,The menu è abbastanza divertente.
Benjamin Lee, The Guardian

Incroci sentimentali
Juliette Binoche, Vincent Lindon, Grégoire Collin
Francia 2021, 116’. In sala

Regista del disagio, Claire Denis invita spesso a chiedersi come l’arte può inquadrare gli errori umani. Possiamo sentirci più ricchi nel vedere un personaggio andare a sbattere contro un muro? E se sì, a quali condizioni? Domande calzanti in questa storia. Sara (Juliette Binoche) e Jean (Vincent Lindon) sono una coppia solida, ma la ricomparsa di François (Grégoire Collin), ex amico di Jean ed ex amante di Sara, sconvolge l’equilibrio. A quel punto Denis, con una grammatica formale affilata e mai pigra, innesca la miccia di un piccolo calvario: la possibilità che Sara subisca di nuovo il fascino di François s’insinua tra lei e Jean forzandoli a complicati esercizi di dissimulazione. L’autrice lascia ai suoi eccellenti interpreti tutto lo spazio di cui hanno bisogno per esprimere emozioni complesse. Ma sceglie di raccontare la parte più sordida dell’indomabilità del desiderio: una specie di sottomissione a se stessi, più che un movimento verso qualcun altro.
Olivia Cooper-Hadjian, Cahiers du cinéma

La signora Harris va a Parigi
Lesley Manville, Isabelle Huppert
Regno Unito / Ungheria 2022, 115’. In sala

Questa bella favoletta su una donna di mezza età è una commovente e spensierata celebrazione della goduria di fare shopping che dovrebbe essere prescritta insieme ai cerotti per la terapia ormonale sostitutiva. Purtroppo, per quanto La signora Harris va a Parigi sia senza dubbio simpatico, nonostante tutto il suo scintillante fascino e gli scampoli di filosofia sartriana sparsi qua e là, di certo non siamo di fronte a un capolavoro. Lesley Manville, così al di sotto delle sue reali capacità, interpreta Ada Harris, una domestica londinese dal cuore grande (un personaggio composto da frammenti di Vera Drake e di anguilla in galantina) che decide di seguire il suo sogno e andare a comprare un abito di alta moda nell’atelier parigino di Dior. Là incontra la gelida guardiana del buongusto, Claudine Colbert (Isabelle Huppert, anche lei sottosfruttata in modo criminale), che fa di tutto per tenere a bada le moltitudini.
Wendy Ide, The Observer

Princess
Glory Kevin, Lino Musella
Italia 2022, 110’. In sala
Princess (dr)

La pineta alle porte di Roma dove lavora Princess è molto lontana dai boschi sacri della sua nativa Nigeria. Solcata dall’asfalto, piena di immondizia e di mosche, è più un non luogo che una riserva naturale, né città né campagna. Per Princess è una zona di transizione in cui serve clienti maschi, ma anche una sorta di limbo – a volte ostile, a volte protettivo – per una ragazza che si trova intrappolata tra le culture, relegata ai margini di un’Europa che è una terra più desolata che promessa. Anche senza sapere che Roberto De Paolis ha passato mesi a guadagnarsi la fiducia di alcune delle tante prostitute nigeriane che vivono e lavorano a Roma e dintorni, risulta evidente che il suo secondo impressionante lungometraggio è basato sul racconto di esperienze vissute. Glory Kevin, vera vittima di traffico, interpreta Princess con un’energia rovente che s’infrange come un’onda sulle performance più sommesse degli attori professionisti, tra cui il versatile Lino Musella.
Lee Marshall, Screen International

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1487 - 18 novembre 2022
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