Cultura Schermi
Aftersun
Frankie Corio, Paul Mescal
Regno Unito / Stati Uniti 2022, 96’. Mubi
Aftersun (dr)

Il sorprendente esordio di Charlotte Wells racconta la tranquilla vacanza di un padre divorziato insieme alla figlia di undici anni in un resort turco: una pausa al sole che suona come una sorta di addio. Con grande padronanza, Wells cattura il momento e l’atmosfera, lascia che il film si svolga in modo naturale, come una storia coinvolgente e fintamente semplice. I dettagli si accumulano, le immagini c’illuminano e l’apparente dolcezza del rapporto centrale della storia si fa inesorabilmente sempre più profonda. Aftersun parla di ricordi d’infanzia, resi splendenti dall’essere costantemente passati in rassegna nella mente. Parla di significati che prima non c’erano ma che ora sono rivelati o addirittura creati dalla mente di chi ricorda e che acquistano nuove intensità e grazia. Paul Mescal è eccellente nei panni di Calum, un ragazzo scozzese in vacanza con la figlia Sophie, interpretata con fascino e naturalezza da Francesca Corio. Durante quasi tutto il film non succede niente di particolarmente drammatico. Ma anche quando accade qualcosa d’importante è molto poco enfatizzato: sembra vita reale. Contrattempi, imbarazzi, divertimento e anche momenti di solitudine di padre e figlia. Tutto questo lo vediamo attraverso le memorie di Sophie ormai adulta, gestite in modo molto originale da regista e interpreti.
Peter Bradshaw, The Guardian

Un bel mattino
Léa Seydoux, Melvil Poupaud, Pascal Greggory
Francia 2022, 112’. In sala
Un bel mattino (dr)

Fin dalla prima scena di Un bel mattino, Mia Hansen-Løve suggerisce un sentimento di familiarità mettendo insieme gli elementi autobiografici seminati nei suoi film precedenti: un padre professore di filosofia in pensione, genitori divorziati, la maternità e la passione viscerale per il cinema. Ma invece di far ruotare la storia intorno a un punto di non ritorno e a un’ellissi brutale, sceglie di distillare il dramma nel flusso del tempo, intrecciando in modo armonioso tre fili distinti: la malattia e la perdita di autonomia del padre Georg (Pascal Greggory), le decisioni della figlia Sandra (Léa Seydoux) e la relazione sentimentale che la donna sta vivendo con Clément (Melvil Poupaud). Il presentimento della morte o il dramma della separazione non producono una rottura temporale ma, al contrario, sono assorbiti in una sorta di continuità in cui la coscienza della perdita e l’espressione del dolore non si possono dissociare dalla riscoperta della carne e del sentimento amoroso. Mia Hansen-Løve affronta il tema della morte in modo obliquo ma con sicurezza, attraverso un susseguirsi di fragilità che la luce delle stagioni e l’assenza di enfasi proteggono dalla morbosità.
Jean-Marie Samocki, Cahiers du cinéma

Nezouh. Il buco nel cielo
Hala Zein
Siria / Regno Unito / Francia 2022, 100’. In sala

Al suo secondo lungometraggio, la regista siriana Soudade Kaadan scrive una lettera d’amore alla speranza e all’emancipazione in un incantevole dramma domestico ambientato in una Damasco devastata dalla guerra. La quattordicenne Zeina (Hala Zein) e i suoi genitori sono tra i pochi abitanti rimasti ancora nella città assediata. Paradossalmente, tra spari, bombe e colpi di mortaio, Zeina assapora per la prima volta la libertà, ma di fronte all’intensità delle violenze e all’ostinazione del padre tradizionalista, lei e la madre dovranno compiere con coraggio e grazia una scelta estremamente difficile.
Meredith Taylor, Filmuforia

Ma nuit
Lou Lampros, Tom Mercier
Francia 2022, 87’. In sala

Nel corso di una notte bianca estiva il film ci invita a seguire Marion, 18 anni, che ha deciso di sgattaiolare via di casa per sfuggire ai “festeggiamenti” per il compleanno della sorella morta. Gli ingredienti della narrativa adolescenziale, più o meno sempre gli stessi, non vi faranno perdere l’orientamento. La riuscita di un film di questo genere sta nella sua capacità d’incorporare i suoi tempi. Per esempio, in questo caso, il disincanto di una generazione e i suoi orizzonti di sogni bloccati. E le scene che trasmettono meglio questa preoccupazione evocano la memoria degli attentati che sconvolsero Parigi nel 2015.
Sandra Onana, Libération

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1494 - 13 gennaio 2023
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