In questa esagerata commedia horror ambientata a metà degli anni ottanta, un grande predatore e un gruppo di persone curiosamente assortito sono esposti a un carico di cocaina da diversi milioni di dollari gettata da un aereo nei boschi della Blood mountain, in Georgia. L’orso comincia a divorare tutto e tutti. Tra i sentieri di montagna troviamo: due trafficanti, uno tosto (O’Shea Jackson Jr) e uno con il cuore spezzato (Alden Ehrenreich), un figlio del boss cattivo (Ray Liotta); un poliziotto amante dei cani (Isiah Whitlock Jr); una ranger innamorata (Margo Martindale); qualche aspirante delinquente e la madre single Sari (Keri Russell) in cerca della figlia che ha marinato la scuola e se n’è andata nel bosco. Evidentemente le simpatie della regista sono con l’orso, vittima dell’arroganza umana. Una spolverata di successi anni ottanta fa sì che il film fili via liscio, e anche il fatto che tutto non superi i 95 minuti di durata è un’ottima cosa.
Mark Kermode, The Observer
Stati Uniti 2023, 95’. In sala
Francia 2022, 107’. In sala
Come si può descrivere l’esplosione del caos? November ci riesce in economia. In un grande open space deserto il silenzio è squarciato dalla suoneria di un telefono. Poi ne segue un secondo, un terzo… Gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 sono lasciati fuori campo per concentrarsi sulle loro immediate consequenze. In giro per Parigi vediamo delle persone che si fermano bruscamente e alla fine convergono nel grande ufficio della Sous-direction anti-terrorisme (Sdat). Con un montaggio nervoso il film di Jimenez adotta il punto di vista delle forze dell’ordine riducendo gli eroi alle loro funzioni di base: il lavoro, gli abboccamenti, i pedinamenti, le false piste, il tempo che passa veloce. Cinque giorni d’indagini in una città in allarme che conducono al climax dell’assalto nell’appartamento di Saint-Denis, il momento clou di un thriller di cui vanno riconosciuti l’efficacia quanto i limiti. Funziona, senza appassionare.
Marie Sauvion, Télérama
Stati Uniti / Irlanda / Nuova Zelanda 2023, 97’. In sala
Per una quarantina d’anni La casa e i suoi seguiti hanno avuto un’ossatura precisa: una saga inzuppata di umorismo nero e sangue in cui un gruppo di giovani decideva di andare a far festa in case isolate nei boschi e lì trovavano brutte sorprese. Il regista e sceneggiatore Lee Cronin (insieme ai produttori Sam Raimi e Bruce Campbell) spacca quell’ossatura senza riguardo. I demoni che saltavano fuori dalle viscere di scricchiolanti casette immerse nei boschi illuminati dalla luna dell’America rurale stavolta si scatenano nel centro di Los Angeles. Beth ed Ellie sono due sorelle, ognuna con i suoi demoni personali, che si ricongiungono dopo molto tempo in un appartamento. Un terremoto riporta improvvisamente alla luce un antico testo sumero che condanna loro e tutta la loro famiglia ad affrontare ben altri demoni. Naturalmente ci sono tutti gli elementi tipici della saga, ma Cronin si diverte a trovare tanti nuovi modi per spaventarci (non vedrete più gli utensili da cucina con gli stessi occhi) e ridà vita a una saga dormiente in modo efficace.
Al Horner, Empire
Egitto / Giordania / Emirati Arabi Uniti 2021, 98’. In sala
Concepita con lo sperma trafugato del padre incarcerato Nuwar (un combattente per la libertà o un terrorista, a seconda dei punti di vista), l’adolescente palestinese Amira (Tara Abboud) gode dello status di “figlia dell’eroe”. Ma tutto cambia quando il tentativo di concepire un secondo figlio con lo stesso sistema fallisce e si scopre che il padre di Amira è sterile. La premessa è quantomeno curiosa, ma inaspettatamente l’acclamato regista egiziano Mohamed Diab la sciupa con uno stridente tono melodrammatico e una gestione piuttosto rozza dei temi che il film può sollevare. Perché dopo la rivelazione che Nuwar non è il padre biologico della ragazza, i riflettori si spostano sulla madre Warda e sulla stessa Amira, in qualche modo colpevole della vergogna che deve affrontare la famiglia.
Wendy Ide, Screen International
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