Cultura Suoni
Hit parade
Róisín Murphy (Nk Pate)

Quando parliamo di musica elettronica, possiamo considerare Róisín Murphy una pioniera; con Hit parade rinforza ancora di più il suo status. In coppia con il produttore tedesco DJ Koze, i due hanno creato un disco che fa quello che è scritto in copertina: ci regala una serie di hit che prendono forma nelle nostre orecchie incredule. Il precedente Róisín machine aveva conquistato critici e appassionati con la sua miscela di house, pop ed elettronica. Questo lavoro si basa sulla stessa formula, ma inietta in ogni brano un’energia completamente diversa. Che sia grazie all’umorismo, a una sensibilità particolare per la dance o alla semplice grazia, Murphy ha catturato l’essenza degli alti e bassi della vita. Hit parade vive solo di onde e picchi, non ci sono momenti fiacchi. CoolCool è perfetta da ballare, con quel basso sontuoso e i riff pazzi di chitarra, mentre Hurtz so bad ha toni più oscuri. È un album carico di pezzi che funzionano sempre, ma non in maniera scontata: You knew ha una melodia profondamente house e una parte vocale molto tenera, due aspetti che aggiungono complessità. Stavolta la musicista irlandese ha messo dentro un album la parte più giocosa e colorata di sé, riuscendo a costruire un’opera che contiene una notevole profondità musicale, ma senza prendersi troppo sul serio. Marciando al passo che decide lei, Róisín Murphy ha creato un precedente che servirà da modello negli anni a venire.
Sophia McDonald, Clash

Guts
Olivia Rodrigo (Larissa Hoffman)

Sono finiti i giorni in cui una canzone in cima alle classifiche o premi prestigiosi garantivano la longevità del pop. Ora un artista può raggiungere il numero uno, diventare popolare su TikTok e poi vedere la sua fama svanire da un giorno all’altro. Alcune nuove pop star si sono opposte a questa tendenza: Billie Eilish, Lil Nas X e ora Olivia Rodrigo, l’attrice tween di Disney Channel diventata la voce delle adolescenti amareggiate di tutto il mondo. Quando il suo singolo del 2021, Drivers license, è diventato la colonna sonora della generazione Z per il lockdown, è diventata popolare quasi come Taylor Swift. Tutto ciò rende Guts, il suo secondo album, un affare: la sua etichetta sta anticipando il tipo di cifre che potrebbero far cadere Swift dal piedistallo, e ci sono pezzi validi. Il singolo principale, Vampire, è la migliore canzone pop del 2023, una critica pungente a un amante lascivo. Sfortunatamente, la maggior parte di questo album suona come una continuazione del primo, Sour. Rodrigo è una cantautrice di talento e dal vivo è brava. Ma deve stare attenta a non ripetersi, cantando solo di ragazzi cattivi che le hanno spezzato il cuore. Forse dovrebbe spezzarlo lei a loro.
Poppie Platt, The Telegraph

Tubin: Kratt, suite dal balletto; musica per archi; Bacewicz: concerto per orchestra d’archi; Lutosławski: Musique funèbre

Neeme Järvi, padre di Paavo, ci aveva già presentato le dieci sinfonie del compositore estone Eduard Tubin (1905-1982). Per il nuovo album della sua Estonian Festival orchestra suo figlio Paavo riscopre il balletto Kratt (che in estone significa “folletto”): il lavoro debuttò a Tallinn nel 1943 e fu oggetto di una riscrittura sotto forma di suite nel 1961. È composto da trenta canzoni del folklore estone, ma più che Bartók o Stravinskij fa venire in mente il Prokofev della Suite scita, con il suo sarcasmo e i ritmi selvaggi, anche se non c’è lo stesso genio melodico. La direzione di Järvi è perfetta per quest’opera sfavillante. Kratt dà titolo a un disco che traccia un ritratto musicale parallelo di Estonia e Polonia. La Musica per archi dello stesso Tubin (1963) è decisamente neoclassica. Poi arriva il Concerto per orchestra d’archi di Grażyna Bacewicz (1948), che ricorda il Bartók del Divertimento, con la sua sottile cura nella divisione delle parti. Infine, la Musique funèbre di Witold Lutosławski (1955) nella lettura dell’ensemble estone vede la sua struttura messa a nudo con una precisione quasi chirurgica.
Jérémie Bigorie, Classica

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1529 - 15 settembre 2023
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