In questo eccentrico western queer di trenta minuti, Pedro Pascal interpreta Silva, un mandriano che arriva nella cittadina dall’altisonante nome di Bitter Creek. È andato a trovare lo sceriffo Jake, interpretato da Ethan Hawke, che non vede da venticinque anni. Cenano insieme, bevono e i sentimenti reciproci prendono il sopravvento. La mattina dopo gli animi si raffreddano rapidamente. Jake si rammarica per essersi lasciato andare, anche perché, tra le altre cose, è sulle tracce del figlio di Silva, sospettato di omicidio. Nella robusta narrazione vecchio stile non può mancare una sparatoria, da esaminare in lungo e in largo in cerca di significati metaforici. È bello vedere Pedro Almodóvar di nuovo in sella.
Peter Bradshaw, The Guardian
Spagna / Francia 2023, 30’. In sala
Uno dei più popolari attori mongoli debutta alla regia e interpreta Tulga, un mite chef di Ulan Bator, che si trova di fronte a un dilemma. Tulga è costretto a tornare nelle campagne dov’è cresciuto per occuparsi dei terreni della sua famiglia. Lì incontra un vivace bambino di dieci anni di cui si prendono cura i nonni, in cui Tulga si riconosce molto. In sostanza il film è la storia del loro incontro, una storia semplice e tenera, emozionante ma mai stucchevole. Grazie alla sua esperienza Baljinnyamyn Amarsaikhan ottiene un’ottima recitazione naturale, anche dagli attori meno esperti.
Amarsanaa Battulga, ScreenAnarchy
Francia 2022, 122’. In sala
In La verità secondo Maureen K. ci sono due film. Il primo è un adattamento del libro La syndacaliste della giornalista Caroline Michel-Aguirre, sulla storia di cui fu protagonista la combattiva leader sindacale Maureen Kearney, vittima di una brutale aggressione mentre cercava di denunciare un contratto segreto tra una multinazionale francese dell’energia e il governo cinese. Questa prima parte è un’introduzione al secondo film, che comincia dopo l’aggressione, un buco nero in cui sprofondano le indagini della polizia, da cui la donna esce accusata di aver istigato la violenza. E qui il film passa dalle mani del regista a quelle della protagonista, genio assoluto quanto ad ambiguità.
Murielle Joudet, Le Monde
Marocco 2022, 122’. In sala
In Adam, Maryam Touzani ha raccontato una storia di solidarietà ed emancipazione tra le mura di una pasticceria. La nobiltà del piccolo artigianato è al centro anche del suo secondo splendido film. Ma stavolta affronta un tabù assoluto in Marocco. Il sarto Halim confeziona bellissimi caftani tradizionali che la moglie Mina vende nella loro bottega. La complicità della coppia è evidente, resa forse ancora più salda dal segreto di Halim, attratto dagli uomini. E mentre scopriamo che Mina è malata di cancro, si forma un sorprendente triangolo con il giovane apprendista Youssef. Proprio come i suoi protagonisti, Touzani dimostra di saper confezionare piccole opere preziose, eccezionali in confronto alla mediocrità dei prodotti industriali.
Samuel Douhaire, Télérama
Stati Uniti / Giappone 2023, 134’. In sala
Forse è riduttivo definire Gran turismo un film tratto da un videogioco, anche perché contiene elementi di una biografia sportiva, i brividi di un film sulle corse automobilistiche e le emozioni di una storia di formazione. Anche se insiste sul legame con il famoso videogioco, il film è in realtà la storia di un ragazzo, Jann Mardenborough, diventato pilota grazie alla sua abilità con il simulatore di guida. E incredibilmente questa complessa miscela funziona bene soprattutto grazie alla sua estrema semplicità.
Shirley Li, The Atlantic
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