Con Anatomia di una caduta, il suo quarto lungometraggio vincitore della Palma d’oro a Cannes, Justine Triet fa un film giudiziario non tanto per giocare sulla suspense quanto per perfezionare il suo stile, che non è mai sembrato così vicino alla perfezione. Ci sono frasi pronunciate e tagliate a metà, rubate alle nostre orecchie e a quelle dei personaggi come prove confuse. E quando un testimone distoglie l’attenzione, il giudice gli dice: “Parli bene alla corte, per favore”. È una frase perfetta per descrivere un film in cui si dialoga senza capirsi né “ascoltare”. Del resto, non è tanto una caduta quanto uno zampillo quello che Triet si sforza di filmare. Qualcosa, infatti, “è venuto fuori”: ricordi dell’imputato e dei testimoni che rivedevano le immagini della loro vita, indizi per cercare di scoprire cosa c’è di “chimicamente incasinato” nella coppia Samuel e Sandra, deposito di una realtà coordinata con la misoginia ordinaria (la donna di successo, una colpevole ideale). Ancor prima che il marito, un fantasma astuto, sia ritrovato con la testa sanguinante nella neve, tutto in Anatomia di una caduta suggerisceche stiamo già vedendo dei provini. È un film tentacolare sulla coppia, sulla famiglia e più in generale sull’animo umano.
Marilou Duponchel, Les Inrockuptibles
Francia 2023, 150’. In sala
Francia 2022, 90’. In sala
A sedici anni, Camille è incinta ma non vuole proprio avere un figlio. Visto il rapporto burrascoso che ha con la madre, un giudice decide di mandarla in un centro specializzato. Indisciplinata, Camille lotta tra le altre ragazze madri e cerca di sfidare l’autorità di un educatore premuroso. Poi si ambienta, fa amicizia, ma non cambia rotta: non vuole tenere il bambino. Primo film dell’attrice Julie Lerat-Gersant, Petites si sviluppa lungo un percorso chiaro: il ritratto di una giovane forte che non si lascia controllare dalle istituzioni. E noi ci lasciamo prendere dagli attori e da una suspense che la regista, nonostante la pressione esercitata per tutto il film sulla sua eroina, risolve in modo imprevedibile.
Murielle Joudet, Le Monde
Stati Uniti / Canada / Messico 2023, 118’. In sala
Nell’ultimo film della serie Saw, un caposaldo del torture porn, il protagonista John Kramer, il solito cattivo, affronta una diagnosi terminale di cancro. Quando viene a sapere di un nuovo trattamento vola a Città del Messico, incoraggiato dalla promessa di una cura. Poi scopre che si tratta di una truffa e giura di dare ai colpevoli una lezione indimenticabile. I film di Saw sono un test di resistenza per ragazzi. Alcuni dei sequel riuscivano a inventarsi un gioco divertente, pieno di colpi di scena squilibrati. Qui invece in mezzo a tutto il sangue c’è ben poco.
Benjamin Lee, The Guardian
Francia / Germania / Spagna / Stati Uniti 2023, 90’. In sala
Abbiamo visto Liam Neeson cercare vendetta a Parigi (Io vi troverò), nella neve (Un uomo tranquillo), su un aereo (Non-stop) e su un treno (L’uomo sul treno). Ora gli tocca cavarsela con una bomba sotto il sedere.
Interpreta Matt Turner, un banchiere che sta accompagnando i bambini a scuola quando una chiamata misteriosa lo informa che sotto il sedile dell’auto c’è una carica che esploderà se tenta di uscire. Remake di un film che era a sua volta una copia di Speed (1994), Retribution è fondamentalmente la lotta di Liam Neeson contro un gps. Bloccato nella sua macchina esplosiva, Matt deve girare per la città ed eseguire una serie di compiti assurdi. Il film di Nimród Antal ha senso soprattutto come allegoria della carriera di Neeson, intrappolato in un eroe d’azione che mette a segno una serie di acrobazie sempre più ridicole. L’attore ha pagato il suo debito: siate buoni, lasciatelo in pace.
Tom Shone, The Sunday Times
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