Cultura Suoni
Blockbusta
Busta Rhymes (Sergione Infuso, Corbis/Getty)

Per la seconda volta negli ultimi anni, il rapper newyorchese Busta Rhymes ha pubblicato un nuovo album in studio. Blockbusta è uscito il 24 novembre, poco più di tre anni dopo il precedente lavoro Extinction level event 2: The wrath of God, che aveva dato il via a una nuova era nella carriera del veterano dell’hip-hop. Presentando il disco con un post su Instagram, Busta Rhymes aveva scritto: “Aspetta di sentire come cambieremo la cultura con questo album”. Tuttavia Blockbusta non soddisfa assolutamente queste aspettative. Invece di essere un ascolto significativo e illuminante, queste 19 canzoni, che durano in tutto un’ora, per la maggior parte del tempo sono incoerenti, indecise e bizzarre.

Nei brani prodotti da Swizz Beatz, Timbaland e Pharrell Williams, che includono The statement, Roboshotta, Tings e The return of Mansa Musa, Busta Rhymes sembra non seguire una direzione precisa. Per la maggior parte del disco, il rapper trae ispirazione da generi come l’afrobeat, la drill britannica, il dancehall, il reggaeton e la trap. Ma nella maggior parte dei casi le idee non sembrano essere state lavorate a fondo, il che fa sì che la maggior parte delle tracce sembri il segmento di una canzone invece che una canzone vera e propria. Ci sono ancora momenti che ricordano il motivo per cui la gente si è innamorata di Busta Rhymes anni fa, che si tratti del suo flow eccentrico in Remind ’em, registrata con Quavo, o della sua performance energica in Hold up. Ma questi lampi non mascherano la scarsa qualità di Blockbusta.
Thomas Galindo, American

Mundo solo
Fabiano do Nascimento (Katie Walsh)

Il terzo album del chitarrista e compositore brasiliano Fabiano do Nascimento segue l’acclamato Lendas, uscito a gennaio 2023. Rispetto al precedente, Mundo solo è stato registrato in maniera autarchica nella sua casa di Los Angeles, durante la pandemia. Nascimento ha abbracciato il concetto di “musica universale” del virtuoso polistrumentista Hermeto Pascoal, con cui si rifiutano le tendenze nazionalistiche delle musiche tradizionali preferendo un approccio, appunto, universale alle proprie influenze. Suonando vari strumenti, Nascimento sceglie di essere più caldo, misterioso, e comunque sempre gentile. Mundo solo ci mostra il processo estetico interiore dell’artista; è istintivo, evoca atmosfere, percezioni ed emozioni diverse. Questa musica trascende le etichette: suona così fluida e invitante che, purtroppo, è facile sorvolare sulle notevoli capacità di Nascimento come esecutore e produttore. Un ascolto attento di questo album e dei precedenti lavori non fa che svelare un universo di suoni.
Thom Jurek, All Music

Saint-Saëns: poemi sinfonici

Composti nella seconda metà dell’ottocento, i quattro poemi sinfonici di Camille Saint-Saëns erano considerati un esempio di modernità musicale ma, con l’eccezione di Danse macabre, sono stati dimenticati. In particolare La jeunesse d’Hercule, che unisce passaggi di altissimo livello ad altri decisamente pompier. Per decenni abbiamo avuto questi pezzi su disco solo nell’edizione storica di Louis Fourestier. Oggi siamo messi decisamente meglio (Pierre Dervaux, Charles Dutoit, Neeme Järvi, Jun Märkl), ma è un piacere trovare questa registrazione con l’orchestra di Basilea diretta da Ivor Bolton. Per i puristi, il suo merito principale è l’uso della nuova edizione critica Bärenreiter. Però la cosa fondamentale è l’esecuzione, che ha il merito di animare tutti i lavori riempiendoli di fascino e poesia. In ogni momento troviamo piccoli prodigi di finezza orchestrale e infiniti dettagli imponderabili, sempre senza sbruffoneria. È un vero punto di riferimento.
Jacques Bonnaure, Diapason

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1540 - 1 dicembre 2023

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