Il romanzo d’esordio di Kali Fajardo-Anstine è ambientato in Colorado, nella Denver degli anni trenta, una città brulicante costruita sulle imprese leggendarie dei coloni bianchi e sulla parallela cancellazione delle terre, delle storie e delle società degli indigeni americani. La sua protagonista si chiama Luz Lopez, una donna che deve lottare per sopravvivere nonostante un passato traumatico, un presente pericoloso e un futuro incerto.
Fajardo-Anstine descrive Denver con grande abbondanza di dettagli, con i suoi negozi, i bar, i luna park, le piccole bande che rivaleggiano: un’ambientazione suggestiva e ricca, che fotografa l’auto-mitologizzazione del west statunitense in divenire. La prosa s’indebolisce quando Fajardo-Anstine cerca di raggiungere una specie di registro classico, o quando adotta uno stile eccessivamente poetico. Non c’è bisogno di frasi liriche o altisonanti, perché la crudezza del mondo che l’autrice descrive è già affascinante di per sé. Quando non si mette a cercare similitudini e metafore forzate, la scrittura diventa semplice e muscolare. Un esempio: “Gli scali ferroviari e le fonderie di carbone sputavano gas di scarico, la loro fuliggine pioveva nel fiume South Platte”. Fajardo-Anstine evoca brillantemente la resilienza quotidiana di persone che si portano nell’anima il peso secoli di storia mentre affrontano un presente carico di progressi e di cambiamento, ma anche di violenza e di insulti. Luz, la sua famiglia e i suoi amici lottano per resistere in una città multirazziale che resta profondamente divisa. Sono assillati dal ricordo dalle loro terre perdute, colonizzate, rubate e occupate, e diffidano di quegli uomini bianchi la cui moneta è “segnata con il sangue” del tradimento e dello sfruttamento. C’è una scena davvero scioccante che descrive un raduno del Ku klux klan, dove uomini, donne e bambini si riuniscono “con i loro cappucci dipinti che ondeggiano all’orizzonte”. Arrivati alla fine della storia, si può dire che Donna di luce è una saga coinvolgente, un ottimo esempio di narrazione vecchia maniera.
Bidisha Mamata, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati