Cultura Schermi
La terra promessa
Mads Mikkelsen, Amanda Collin
Danimarca / Svezia / Norvegia / Germania 2023, 120’. In sala
La terra promessa (dr)

Il drammone danese La terra promessa prende il suo mandato vecchio stile con gustosa serietà. Ambientata a metà del settecento, è una classica storia di ricchi e poveri, dura e sporca, riempita con orizzonti sconfinati, scene di sofferenza, rovesci di fortuna e consapevolezza catartica. È uno spettacolo vasto, romantico, violento. Ma quello che alla fine lo fa funzionare, oltre alla presenza di Mads Mikkelsen, è il fatto che evita quei cliché nobilitanti che trasformano i personaggi in ideali e i film in esercizi di falsa nostalgia. Mikkelsen intepreta il capitano Ludvig Kahlen, un veterano che dalla guerra ha riportato poco di più di un’uniforme logora e una medaglia. È deciso a coltivare la brughiera dello Jutland, una landa impossibile ma molto amata dal re danese. Kahlen la vuole trasformare in una risorsa, per il sovrano, per il paese e per se stesso. Lo attendono molti ostacoli, non solo naturali. Come Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg), un nobile depravato che lo vede come una minaccia. Mikkelsen con il suo carisma a combustione lenta è eccellente, severo e imperscrutabile, e contribuisce a rendere meno prevedibile la storia.
Manohla Dargis, The New York Times

Inshallah a boy
Mouna Hawa
Giordania 2023, 113’. In sala

Secondo le leggi giordane, ispirate dalla sharia, se una vedova non ha un figlio, la famiglia del marito ha diritto a una quota dell’eredità. Nawal è da poco vedova, ma non ha avuto il tempo per piangere. È coinvolta dal cognato, con cui il marito aveva un debito, in una battaglia legale per tenersi la casa dove vive con la figlia. Ispirato all’esperienza di una parente del regista Amjad Al Rasheed, Inshallah a boy è una critica sociale molto realistica all’oppressione strutturale delle donne e delle ragazze in Giordania. Non ci sono veri cattivi qui. La stessa Nawal in alcuni casi si comporta in modo irrazionale. La verità è che tutti soffrono in un sistema dominato dalla disuguaglianza, dove è impossibile prendere il controllo della propria vita.
Tara Judah, Screen International

Se solo fossi un orso
Battsooj Uurtsaikh
Mongolia / Francia / Svizzera / Qatar 2023, 96’. In sala
Se solo fossi un orso (dr)

Non capita spesso che un film ci porti a Ulan Bator. Un motivo di fascino in più per una pellicola ambientata nel freddo glaciale della capitale mongola. La bruma lattiginosa dà corpo a un terribile inquinamento atmosferico dovuto principalmente alle stufe a carbone del quartiere delle yurte, dove abitano i più poveri. Lì vive Ulzii, un adolescente inquieto, terrorizzato dalla prospettiva di una vita in miseria nella città dove il padre, nomade, aveva voluto trasferirsi per garantire un’istruzione ai suoi figli. Poi il padre è morto e la madre si è persa nell’alcol. Il primo film di Zoljargal Purevdash si rifà al realismo sociale ereditato da film come Ladri di biciclette e mescola abilmente la denuncia sociale alla verità dei sentimenti. Il ragazzo deve arrangiarsi e le situazioni intorno a lui rasentano il melodramma. Ma lo sguardo della regista rimane sempre limpido. E mentre guida il suo giovane eroe verso un futuro possibile, apre il suo paese al mondo.
Frédéric Strauss, Télérama

Damsel
Millie Bobby Brown
Stati Uniti 2024, 110’. Netflix

Elodie (Millie Bobby Brown) accetta di sposare un bel principe, ma le nozze non vanno come previsto: la ragazza è tradita dalla sua nuova famiglia, che la usa per pagare un antico debito di sangue. Gettata in una caverna tra le grinfie di un drago sputafuoco, la sposina dovrà cavarsela da sola e combattere per la sua sopravvivenza. Il ritorno di Brown su Netflix avrebbe dovuto sovvertire il luogo comune della “damigella in pericolo” (damsel in distress), tanto che il titolo stesso gioca con questo capovolgimento. E il film prova a superare gli stereotipi. Il problema è che questo percorso è lastricato di altri tipi di cliché, al punto che tutta l’impresa finisce per soffrirne. Damsel è troppo infantile e superficiale per un pubblico di adulti, troppo brutale e cruento per i bambini. Alla fine, sembra proprio che questa damigella abbia davvero bisogno di aiuto.
David Opie, Empire

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1554 - 15 marzo 2024
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