Cultura Schermi
Priscilla
Cailee Spaeny, Jacob Elordi
Stati Uniti 2023, 113’. In sala
Priscilla (dr)

Sofia Coppola è sempre stata affascinata dall’idea che la fama possa far sentire le persone tagliate fuori dal mondo. Nel furtivamente devastante Priscilla, l’isolamento è ancor più crudele visto che i riflettori sono puntati su qualcun altro. Il film, basato sull’autobiografia di Priscilla Presley, Elvis and me, mette lo spettatore nei panni della ragazza di quattordici anni (Cailee Spaeny) che Elvis (Jacob Elordi) conobbe quando lui era già una star internazionale, descrivendo una dinamica di potere che oggi appare spaventosa: fin da subito è Elvis a dettare le condizioni della loro relazione. Non si limita a fare quello che vuole, ma è lui a decidere quando Priscilla arriva o parte. Non ci sono canzoni di Elvis nel film, probabilmente per problemi di diritti. Con le doti artistiche del Re fuori gioco, al centro della scena restano i suoi comportamenti. In più questo vincolo permette a Priscilla di avvicinarsi all’estetica di Coppola, liberandola dai vincoli della biografia.
Ben Kenigsberg, The New York Times

Orlando. My political biography
Francia 2023, 98’. In sala

Un documentario sulla formazione dell’identità trans all’ombra del patriarcato, realizzato da un regista esordiente, allievo di Jacques Derrida. Sulla carta potrebbe sembrare un compitino. Ma Orlando. My political biography del filosofo e scrittore spagnolo Paul B. Preciado è molto di più. Si rivela un inno gioioso e giocoso al modo in cui il transgenderismo evidenzia le finzioni, le duplicità e il conformismo intrinsechi all’ordine sociale, oltre a essere un amorevole tributo all’opera di Virginia Woolf. L’Orlando della grande scrittrice britannica aveva già ispirato il bellissimo film di Sally Potter del 1992, con Tilda Switon. Ma il saggio cinematografico di Preciado, popolato da un cast multicolore, è un perfetto erede dell’autenticità del romanzo, un abbraccio per il pubblico trans ma anche una porta aperta per chi trans non è. Forse non sarà il “capolavoro” a cui inneggia la critica queer B. Ruby Rich, ma è sicuramente il primo film a rendere divertente l’ubriacante teoria del gender.
Ryan Lattanzio, IndieWire

Il teorema di Margherita
Ella Rumpf, Jean-Pierre Darroussin
Francia / Svizzera 2023, 112’. In sala
Il teorema di Margherita (dr)

Il futuro di Marguerite, brillante studente di matematica, sembra spianato. Ma un errore durante una dimostrazione della sua tesi fa crollare tutte le sue certezze. Così decide di lasciare gli studi e ricominciare da zero. Il problema però è che, se la congettura di Goldbach (uno dei più antichi problemi irrisolti nella teoria dei numeri) per Marguerite non ha segreti, tutt’altra storia è la vita reale, dove è costretta a socializzare con persone “normali”. A metà strada tra Will Hunting e A beautiful mind, la bella commedia di Anna Novion si affida alla rivelazione Ella Rumpf, perfetta nei panni di una ragazza austera e asociale che cerca di risolvere l’equazione della vita in mezzo agli altri. Tema insolito per un film abbastanza ispirato.
Fabrice Leclerc, Paris Match

Road house
Jake Gyllenhaal
Stati Uniti 2024, 121’. Prime Video

Da avida consumatrice di violenza cinematografica, devo dare atto al remake di Road house di non voltarsi mai indietro una volta imboccata la via del caos. L’originale del 1989, oltre a Patrick Swayze nel ruolo di Dalton, aveva la pretesa di parlare del trionfo del protagonista sui suoi istinti più selvaggi, mentre lavorava come buttafuori nel Missouri. La versione 2024, con un Jake Gyllenhaal-Dalton ancora più pompato (e sfortunato) di quello di Swayze, non si fa nessun problema di moderazione. Dalton è un ex campione della Ultimate fighting championship (arti marziali varie, senza esclusioni di colpi) che si è ritirato dopo aver ucciso un avversario sul ring. Si è trasformato in una specie di vagabondo sorridente che si ferma nelle Florida Key per lavorare come buttafuori in un bar. Quando cede alla sua rabbia, quello che pensiamo è “finalmente” invece di “oh no”. Gli autori del nuovo Road house sono convinti che il loro pubblico sia lì per le mazzate più che per la filosofia. E probabilmente hanno ragione.
Alison Willmore,Vulture

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1556 - 29 marzo 2024
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