Come fare quando un’opera d’arte ci emoziona e ci fa pensare ma ci rendiamo conto che è stata creata da una persona orribile? Prendendo come base un articolo già pubblicato sulla Paris Review e uscito su Internazionale, Claire Dederer, giornalista di Seattle, mette in scena le proprie riflessioni sulla possibilità di continuare ad apprezzare Roman Polanski o Pablo Picasso oggi che siamo tutti largamente a conoscenza delle cose orribili che hanno fatto. Rivede film, rilegge romanzi che alla luce delle rivelazioni sulla vita dei loro autori assumono aspetti diversi. Dederer, tuttavia, non si accontenta delle risposte più semplici e praticate (come la necessità di distinguere l’opera dall’autore o la convinzione di vivere in tempi oramai nuovi e liberati) ma prende di petto le contraddizioni innescate dalle nuove guerre culturali, ci ingaggia un corpo a corpo dialettico dal quale emerge con poche certezze. Nella sua carrellata di vari tipi di mostri (dominatori o dominati, uomini e donne) non ha infatti tesi da dimostrare, ma domande che generano altre domande che di volta in volta le permettono di scegliere tra cosa è accettabile o cosa no, di rivelare aspetti insospettati di artisti noti (l’antisemitismo di Virginia Woolf, o la denuncia della pedofilia nascosta in Lolita di Vladimir Nabokov) e di cercare di comprenderli, anche alla luce della sua esperienza. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati