Cultura Schermi
September 5. La diretta che cambiò la storia
Peter Sarsgaard, John Magaro, Ben Chaplin
Germania / Stati Uniti 2024, 95’. In sala
September 5 (dr)

September 5 racconta il giorno del 1972 in cui le olimpiadi di Monaco si trasformarono in qualcos’altro. Poco prima dell’alba, mentre molti atleti ancora dormivano nel villaggio olimpico, un commando della milizia palestinese Settembre nero prese in ostaggio undici componenti della squadra olimpica israeliana. Ma il film non parla più di tanto di ostaggi, terrorismo e Medio Oriente. È una storia sugli uomini e le donne della rete tv Abc sport che erano a Monaco per seguire le gare olimpiche e si trovarono a coprire una notizia di una gravità eccezionale in diretta televisiva mondiale. Come Peter Jennings (Benjamin Walker), uno dei fondatori del primo ufficio della Abc per il Medio Oriente che probabilmente pensava alle olimpiadi come una specie di vacanza. Jennings e altri nomi importanti del giornalismo statunitense aleggiano su un film di qualità che in realtà punta l’obiettivo dietro le quinte della diretta televisiva, tra intuizioni tecniche e scontri sull’etica giornalistica. Il regista Tim Fehlbaum, che ha scritto la sceneggiatura con Moritz Binder, adotta un ritmo incalzante che non rallenta mai.
Manohla Dargis, The New York Times

Una viaggiatrice a Seoul
Isabelle Huppert
Corea del Sud 2024, 90’. In sala
Una viaggiatrice a Seoul (dr)

Si chiama Iris (Huppert), come il fiore, indossa un abito primaverile e un cardigan verde come l’erba del parco dove ogni tanto si rifugia. Forse è comparsa dal nulla proprio tra gli alberi, perché nessuno sa come questa donna elegante sia arrivata in Corea del Sud, improvvisandosi insegnante di francese, intromettendosi nelle case della gente e costringendola a parlare (e bere), un po’ psicologa, un po’ anfitrione. Il “metodo” di Iris ha qualcosa d’irresistibilmente inquietante: trasmette la lingua basandosi sulle emozioni dei suoi studenti. La stravagante presenza di Huppert calza come un guanto al cinema di Hong Sang-soo. E in un film ubriaco che esplora l’incontro tra cultura orientale e occidentale ci ritroviamo “persi nella finzione”.
Clarisse Fabre, Le Monde

L’uomo di argilla
Raphaël Thiéry, Emmanuelle Devos
Francia 2023, 94’. In sala

Raphaël, sessant’anni, un occhio solo sul viso e l’aspetto di un soggetto di Francis Bacon, è il custode di un maniero disabitato. È un uomo dolce che accetta di giocare a fare il cattivo per divertire la postina e che esercita una calma olimpica con la vecchia madre despota con cui vive. Al suo arrivo Garance, un’artista in crisi che ha ereditato il castello, posa gli occhi su questo timido custode e ritrova l’ispirazione. E Raphaël si sentirà vivo come non gli era mai accaduto. Secondo molti miti le divinità hanno creato l’uomo plasmandolo dall’argilla. E Anaïs Tellenne, nel suo esordio atipico quanto riuscito, ha deciso che questa divinità è una donna. Il tono fiabesco deve tanto a La bella e la bestia quanto a Jacques Demi, rivisita in modo crudele i rapporti di classe e, soprattutto, l’eterna relazione, squilibrata, vorace e menzognera tra l’artista e i suoi modelli. La giovane regista traduce questa relazione in modo letterale, quando quest’uomo modellato nell’argilla diventerà una scultura vivente nella sequenza più azzardata e romantica del film.
Guillemette Odicino, Télérama

Strange darling
Willa Fitzgerald, Kyle Gallner
Stati Uniti 2023, 97’. In sala

Questo thriller, affettato in sei capitoli a loro volta non lineari, non riesce a nascondere il suo grande colpo di scena come vorrebbe farci credere. Tutto comincia con una perversa avventura di una notte tra quelli che ci vengono presentati come Lady (eccellente Willa Fitzgerald) e Demon (Kyle Gallner). Ma già sappiamo che le cose non andranno secondo i piani perché abbiamo già assistito a un inseguimento in auto in cui una disperata Lady cerca di sfuggire al suo inesorabile inseguitore. La struttura provocatoria e complicata aggiunge un po’ di spezie a una premessa horror abbastanza elementare. E la fotografia (diretta dall’attore Giovanni Ribisi) è stridente in modo molto appropriato, con i rossi e i gialli che urlano sullo schermo.
Wendy Ide, The Observer

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1601 - 14 febbraio 2025
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