Nel mondo di Julia Ducournau, si portano il proprio corpo e le proprie pulsioni autodistruttrici come si porta una croce. La carne è ammaccata, bruciata, violentata, divorata, abortita. La famiglia è il luogo di tutte le nevrosi, soffocate nelle comodità di un divano borghese. Sei anni dopo Raw. Una cruda verità, opera prima sulle compulsioni alimentari – in cui, prima del #MeToo, aveva affrontato le ingiunzioni legate all’essere femmina – con Titane s’interroga sui codici tossici della virilità e sulla cultura dello stupro, celebrati dalla società. Il suo è un furioso film di vendetta che si spinge al limite del sopportabile dietro a un’eroina serial killer che trafigge le sue vittime con un fermaglio. La nuova regina francese del cinema di genere prova piacere a maltrattare il pubblico, gioca con stereotipi e tabù e scatena la sua rabbia di essere solo donna in un film di amore e metamorfosi che afferma la necessità di mutare. Karelle Fitoussi, Paris Match
Francia / Belgio 2021, 108’.

Iran / Francia 2021, 127’.
Una decina d’anni fa, l’iraniano Asghar Farhadi conquistava la fama mondiale con Una separazione, storia di una coppia che divorzia a Teheran. A hero è un film altrettanto lucido, preciso ed emozionante, con un protagonista che ispira simpatia ma leggermente indecifrabile. Ramin (Amir Jadidi) è in permesso di uscita dal carcere dove è finito per reati finanziari. In pochi giorni vorrebbe ripagare parte dei suoi debiti, rimettersi in carreggiata e soprattutto riconquistare la sua dignità, perché l’apparenza di rispettabilità è tutto. Ma il suo fragile piano fa affidamento su 17 monete d’oro trovate in una borsa per strada dalla sua nuova compagna (che Ramin vorrebbe sposare). Farhadi gestisce la vicenda brillantemente, impedendo allo spettatore di spazzare via quella sorta di nebbia che avvolge Ramin rendendolo ambiguo. A hero è un superbo gioco morale che c’immerge nei valori e nei rituali della società iraniana e ci tiene in sospeso fino all’ultima potente scena. Dave Calhoun, Time Out
Francia / Messico / Stati Uniti / Svizzera / Belgio / Giappone / Germania 2021, 139’.
All’inizio di Holy motors Leos Carax appariva in pigiama. Stavolta lancia l’azione dalla console di uno studio di registrazione. So may we start degli Sparks prende da parte lo spettatore e proietta gli attori in un meraviglioso piano sequenza. Poi comincia Annette, storia d’amore tra un comico in declino e una cantante in ascesa. Gesto artistico incontestabile, opera barocca infestata dai fantasmi di Hollywood e dallo spettro del #MeToo, Annette brilla come un sole nero. Sophie Grassin, L’Obs
Colombia / Thailandia / Francia / Messico / Germania / Qatar / Cina / Regno Unito / Svizzera 2021, 136’.
è un film bellissimo e misterioso, un cinema lento che rallenta il battito cardiaco.
Con il suo primo film realizzato in inglese, su una donna straniera trapiantata in Colombia, il maestro tailandese forse conferma la sua arte. Apichatpong Weerasethakul ci offre il suo genere di esaltazione, la sua abolizione della gravità. Con uno stile pacatamente realista, riesce a convincerti che i morti e i vivi, il passato e il presente, il terrestre e l’alieno, esistono fianco a fianco. Memoria è un film bellissimo e misterioso, un cinema lento che rallenta il battito cardiaco. Peter Bradshaw, The Guardian
Sembra inimmaginabile: una relazione sentimentale tra una numero di testimonianze oculari che fa riaffiorare. Alissa Simon, Variety0