“Che sia auspicio e modello per il resto d’Europa: quando conservatori e popolari costruiscono un’alternativa credibile, la sinistra perde”. Con queste parole Giorgia Meloni ha commentato il risultato delle elezioni svedesi che si sono svolte l’11 settembre, definendolo una grande notizia per il Partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr), di cui è presidente. Il voto ha dimostrato che i Democratici svedesi sono ormai il primo partito della destra svedese. Fondato negli anni ottanta da un gruppo di neonazisti, oggi si dichiara antirazzista, ma è ossessionato dalla lotta all’immigrazione. Fratelli d’Italia (FdI) ha twittato la dichiarazione di Meloni, senza soffermarsi troppo sul risultato in Svezia. Anche se Meloni cita spesso il suo ruolo nell’Ecr come prova della sua credibilità internazionale, certe alleanze possono anche rivelarsi imbarazzanti. Il suo discorso in occasione del raduno del partito spagnolo Vox, un altro componente di Ecr, è diventato l’esempio più noto del suo estremismo. E nonostante il quotidiano spagnolo El País l’abbia definita “una politica di estrema destra”, per molti giornali italiani le “cattive compagnie” sono gli alleati di FdI.
Ma in un certo senso Meloni ha ragione: le elezioni svedesi testimoniano il venir meno delle barriere che in Europa separano il centrodestra dall’estrema destra. E in alcuni casi, i partiti più radicali si stanno affermando come le forze più rilevanti delle varie alleanze. L’Italia ne è una dimostrazione. Alla fine di agosto Manfred Weber, presidente del Ppe, era a Roma per sostenere Silvio Berlusconi e la destra. Forza Italia è un partito di minoranza nella coalizione guidata da Meloni, ma Weber lo ha comunque definito “il guardiano in un governo filoeuropeo in Italia”. Weber è un leader dell’Unione cristiano-sociale in Baviera, e la sua visita ha suscitato dure critiche in Germania. Il leader dei socialdemocratici tedeschi al parlamento europeo si è detto sorpreso che “un partito cristiano-democratico stia diventando la foglia di fico di un’alleanza di estrema destra”. Ma altrove in Europa le alleanze sul modello italiano tra post-fascisti, conservatori e perfino liberali non sono più eccezionali. In Svezia fino al 2018 i Moderati (che fanno parte del Ppe) si rifiutavano di collaborare con i Democratici svedesi, ma ora potrebbero governare con quello che è diventato il partito più forte dal punto di vista elettorale.
Dopo la morte di Francisco Franco, il Partito popolare spagnolo (Pp) ha unito le forze conservatrici e centraliste. Ma nel 2013 alcuni dissidenti hanno fondato Vox, scegliendo una linea dura sull’unità nazionale e contro l’immigrazione e l’aborto. Il partito si è alleato sia con il Pp sia con i liberali di Ciudadanos.
Il conflitto in Russia
I partiti dell’Ecr, minoritari nella maggior parte dei paesi europei, guidano i governi di Polonia e Repubblica Ceca. Diritto e giustizia (Pis), partito polacco affiliato all’Ecr, reazionario e ostile al femminismo, ai gay e all’immigrazione, è stato definito da FdI come un simbolo “della difesa dell’Europa reale e storica” che si oppone “alla degenerazione burocratica dell’Unione europea”. Ma la guerra in Ucraina ha modificato la posizione del partito. Come ha sottolineato il politologo Giovanni Orsina, la posizione del Pis contro l’invasione russa gli ha ridato legittimità nelle capitali europee nonostante i recenti attacchi contro la magistratura polacca.
Dopo l’invasione dell’Ucraina, però, sembra difficile un’intesa tra gli atlantisti e i partiti che mantengono rapporti cordiali con Mosca. I rappresentanti della Lega e del Rassemblement national di Le Pen erano assenti dalla conferenza del Conservatorismo nazionale organizzata a Bruxelles a marzo in cui l’Ecr è sto protagonista.
Le divergenze nella destra forse sono sopravvalutate: la maggioranza degli elettori di FdI è contraria alle sanzioni contro la Russia. Tuttavia Meloni ha scelto una linea dura, forse in vista di future divergenze con la Lega se formeranno un governo insieme. In Europa come in Italia, le vecchie barriere ideologiche all’interno della destra stanno crollando. Ma con la situazione in continua evoluzione potrebbero emergere nuove divisioni. ◆ as
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 44. Compra questo numero | Abbonati