Nel caldo opprimente di Haiti, Jennie Auguste fissa il vuoto con lo sguardo perso e distante, adagiata su un materasso piazzato sull’asfalto di una pista d’atterraggio. Auguste ha riportato ferite al petto, all’addome e al braccio dopo che un terremoto di magnitudo 7,2 ha fatto crollare il tetto del negozio dove lavorava, il 14 agosto 2021. La donna non trattiene le smorfie di dolore mentre la sorella e altre persone cercano di darle sollievo con dei ventagli. A Les Cayes, città costiera nel sudovest di Haiti, le strutture sanitarie sono al collasso. Auguste non può fare altro che aspettare che si liberi un posto nell’ospedale locale o su uno dei piccoli aerei che trasportano i feriti nella capitale Port-au-Prince. “Il governo non ci ha dato nessun aiuto”, dichiara Bertrande Auguste, sorella di Jennie, mentre il paese cerca di riprendersi dall’ennesimo disastro.
Il bilancio provvisorio, aggiornato al 18 agosto, è di 1.941 morti. Il sisma ha distrutto migliaia di edifici, e ora si sta cercando di mettere in salvo migliaia di persone da una tempesta in arrivo che potrebbe causare un’inondazione. I feriti sono almeno diecimila. Molte persone sono state costrette a lasciare le loro case, distrutte o danneggiate. Il 15 agosto, dopo il tramonto, a Les Cayes la corrente elettrica arrivava solo a intermittenza. Molti hanno dormito all’aperto, terrorizzati dalle continue scosse di assestamento e ascoltando i notiziari da piccole radio.
Ostaggio delle gang
La devastazione potrebbe aggravarsi con l’arrivo della depressione tropicale Grace, che ha raggiunto Haiti il 16 agosto. L’agenzia per la protezione civile ha invitato gli haitiani a prepararsi a forti venti, piogge intense, mari agitati, frane e inondazioni. Le autorità hanno dichiarato che più di settemila case sono andate distrutte, mentre quasi cinquemila sono state danneggiate. Il terremoto ha colpito anche ospedali, scuole, uffici e chiese.
Il sisma, il cui epicentro si trova 125 chilometri a ovest di Port-au-Prince, ha quasi raso al suolo alcuni centri abitati, provocando frane che hanno ostacolato le operazioni di soccorso nel paese, che è il più povero dell’emisfero occidentale. Già prima del terremoto Haiti doveva affrontare una povertà sempre più profonda, la pandemia di covid-19, l’incertezza politica dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio, e un’ondata di violenza dei gruppi criminali.
Le condizioni di Haiti sono evidenziate dal fatto che le autorità di Martissant, un distretto vicino alla capitale, sono state costrette a negoziare con le bande locali per permettere ai convogli umanitari (due al giorno) di attraversare l’area. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi mesi la penisola sudoccidentale (dove c’è l’epicentro del terremoto) è rimasta “praticamente irraggiungibile” a causa dei blocchi stradali e dei problemi di sicurezza. Il primo ministro Ariel Henry ha dichiarato un mese di stato di emergenza per tutto il paese, annunciando che i convogli di primo soccorso organizzati dal governo sono partiti verso le aree in cui le città sono state distrutte e i ricoveri negli ospedali hanno superato la capienza massima.

Undici anni dopo un terremoto che causò più di centomila morti, “Haiti è di nuovo in ginocchio”, ha detto la direttrice esecutiva dell’Unicef, Henrietta Fore. “Questo disastro si somma all’instabilità politica, all’aumento dell’attività criminale, agli allarmanti tassi di denutrizione tra i bambini e alla pandemia di covid-19. Haiti ha ricevuto appena 500mila dosi di vaccino, molte meno di quante gliene servono”. Il paese ha una popolazione di 11 milioni di abitanti. Il primo carico di vaccini, donato dagli Stati Uniti, è arrivato solo a luglio nell’ambito di un programma delle Nazioni Unite per i paesi poveri.
Dopo il terremoto gli ospedali di Les Cayes hanno esaurito rapidamente gli spazi per eseguire operazioni chirurgiche. “In sostanza hanno bisogno di tutto”, ha dichiarato il dottor Inobert Pierre, pediatra dell’associazione benefica Health equity international, che gestisce l’ospedale St. Boniface, a circa due ore da Les Cayes. “Molti pazienti hanno ferite aperte e sono stati esposti a condizioni poco igieniche”. Pierre ha visitato due ospedali di Les Cayes, uno con 200 pazienti e l’altro con circa 90. “Prevediamo che ci saranno molte infezioni”. L’équipe medica di Pierre ha trasportato alcuni pazienti al St . Boniface per sottoporli a operazioni chirurgiche, ma le ambulanze a disposizione sono solo due. I degenti vengono trasferiti quattro per volta.
Medici cubani
Il 15 agosto piccoli aerei messi a disposizione da un’azienda e dall’organizzazione non profit Agape Flights sono atterrati all’aeroporto di Port-au-Prince, ognuno con a bordo sei feriti provenienti dall’area di Les Cayes. Alcuni ragazzi bendati e una donna sono stati portati sulle ambulanze della Croce rossa in attesa.
Il 15 agosto Samantha Power, amministratrice dell’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), ha dichiarato che avrebbe inviato una squadra di ricerca e soccorso dalla Virginia su richiesta del governo haitiano. La squadra, composta da 65 persone, dovrebbe portare nel paese strumenti specialistici e forniture mediche. In collaborazione con l’Usaid, la guardia costiera statunitense ha fatto sapere che un elicottero avrebbe trasportato personale medico dalla capitale haitiana alla zona colpita dal sisma, per poi trasferire i feriti a Port-au-Prince. Il comandante Jason Nieman, portavoce dell’operazione, ha dichiarato che altri velivoli e navi saranno inviati in seguito.
Molti operatori della missione sanitaria inviata ad Haiti dal governo di Cuba si trovavano sul luogo del disastro. I mezzi d’informazione cubani hanno mostrato fotografie dei sanitari del loro paese mentre prestavano i primi soccorsi alle vittime del sisma. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati