Quando Colin Morrison ha fondato la sua etichetta indipendente Castles in Space, nel 2015, ci volevano dai tre ai quattro mesi per produrre un disco in vinile. “Da allora la situazione è peggiorata via via che la domanda è aumentata”, dice Morrison. Ora di solito deve aspettare quasi un anno per completare la produzione di un disco. Dall’inizio della pandemia la situazione “è diventata ingestibile”. Anche un’artista popolare come Taylor Swift ha dovuto aspettare mesi per la produzione del suo disco: il suo album _Evermore _è uscito in formato digitale l’11 dicembre 2020, ma in vinile solo il 28 maggio 2021.
Le vendite dei dischi in vinile sono le più alte dai primi anni novanta. Nel 2020 c’è stato un aumento del 30 per cento dei ricavi rispetto al 2019. Un aumento da attribuire principalmente agli acquisti degli appassionati che avrebbero speso i loro soldi in concerti se questi non fossero stati cancellati per la pandemia.
Il sorpasso
Nel marzo 2021 la British phonographic industry (Bpi) ha dichiarato che le vendite degli lp avrebbero superato quelle dei cd per la prima volta dal 1987. Ma i cento impianti di produzione in tutto il mondo coprono appena la metà della domanda globale stimata. “Si arriverà a un punto di rottura?”, si chiede Morrison. “Forse ci siamo già arrivati”.
Ton Vermeulen, che dal 1998 è il proprietario di Record Industry, uno stabilimento per la stampa di lp nei Paesi Bassi, è stato testimone della rapida crescita della domanda. Anche se Record Industry è stata chiusa solo per quattro o cinque giorni durante la pandemia, l’impianto ha sofferto l’aumento dei prezzi del pvc, componente fondamentale per la produzione di dischi in vinile, causato da una carenza globale di materia prima provocata da condizioni climatiche estreme in Texas, dove si produce buona parte del pvc mondiale. Ed è cresciuto del 10-15 per cento anche il prezzo del cartone, usato per le custodie dei dischi. La causa, a quanto si dice, è il cosiddetto “effetto Amazon”. “E così abbiamo dovuto alzare anche i nostri prezzi”, dice Vermeulen.
Questi aumenti sono un dramma per le etichette indipendenti, che già devono contendere a quelle grandi la disponibilità degli impianti per la stampa. Anche perché, per gli stabilimenti, gli ordini che prevedono tirature alte sono economicamente più vantaggiosi.
Tutto questo ha un impatto sul tipo di musica che Morrison potrà permettersi di pubblicare. Uno dei migliori impianti in Germania gli ha inviato un preventivo di 15 sterline (circa 17,5 euro) per ogni lp doppio. Tenendo conto dei ricarichi dei distributori e dei rivenditori, il prezzo finale al pubblico sarà di 35 sterline. “Chi è disposto a spendere tanto per l’album di un gruppo poco famoso?”. L’edizione standard in vinile dell’album doppio di Billie Eilish, Happier than ever, costa 36,99 sterline. Le grandi etichette possono permettersi di alzare i prezzi dei dischi che sono certi di vendere, ma Morrison non può avere la stessa sicurezza.
È “deludente” e “frustrante”, ha detto l’artista elettrosoul Maria Uzor, costretta a rimandare la pubblicazione del suo ep per i ritardi nella stampa del vinile, anche se le canzoni erano pronte da mesi. “Dipendo completamente della data di consegna”, ribadisce Morrison, impotente sulle campagne di lancio degli album, la cui attenta programmazione può decretarne il successo.
Stina Tweeddale, in arte Honeyblood, sta pubblicando un ep con il nome di Stina Marie Claire. Aveva fissato la data di uscita del disco il 24 settembre, ma i dischi non erano pronti. “Sarà la prima volta in cui non avrò a disposizione il vinile al momento dell’uscita”, dice. “Normalmente avrei fissato degli eventi per firmare autografi. Ma quando non hai niente da firmare è impossibile”. Come musicista indipendente, Tweeddale conta molto sulla vendita di merchandise fisico, in particolare dopo 18 mesi in cui le opportunità di esibirsi dal vivo sono state limitate. “Come fai a dire ai tuoi ammiratori di aspettare due o tre mesi per ascoltare la tua musica, quando possono andare su una piattaforma di streaming e ascoltarla immediatamente?”, dice, preoccupata anche dall’aumento dei prezzi del vinile. Secondo Vermeulen, per tornare a tempi di consegna “normali”, vista la domanda attuale, sarebbero necessari almeno trecento nuovi impianti in tutto il mondo.
Etica e passione
I cd, almeno per gli appassionati, non sembrano più un’alternativa valida. Quando ha annunciato l’uscita del suo ultimo album Solar power, Lorde ha condiviso i dettagli sui vari formati disponibili, tra cui due opzioni in vinile. Ma nessun cd. “Non volevo fare qualcosa che sarebbe finito in una discarica tra due anni”, ha detto. Lorde considera la produzione di cd non etica per il suo impatto sull’ambiente. Ma in realtà la produzione di un disco in vinile ha un impatto doppio rispetto a un cd, sia in termini di plastica usata sia di gas serra emessi. La posizione di Lorde sembra indicare che il vinile è semplicemente troppo richiesto e troppo redditizio per essere evitato, indipendentemente dal suo costo per la natura.
Morrison sottolinea che anche se il vinile ha un impatto sull’ambiente maggiore rispetto ad altri formati, quasi sempre, chi lo compra vuole conservarlo a lungo. “Non finirà nell’oceano come una bottiglia di plastica”, dice, facendo eco ai sentimenti di Lorde. Inoltre neppure l’alternativa dello streaming (che raramente è redditizio per i musicisti) è una scelta sana per l’ambiente.
E poi, quando Morrison pubblica un album su cd, spesso si sente dire: “Fantastico, stai facendo un’edizione in vinile?”. Il vinile – adorato per il suo formato e il tipo di ascolto rituale che incoraggia – è un articolo che si vende facilmente agli appassionati. E finché loro lo vorranno, le etichette lo produrranno, indipendentemente dalla durata dell’attesa. Per quanto infuriata per le conseguenze dei ritardi sulle sue entrate, Tweeddale pensa che i suoi fan aspetteranno: “Con il vinile ascolti un lato, poi devi alzarti e girarlo. Se vuoi saltare una canzone è una scelta tua: io non farei mai uno sforzo simile. Alla fine quelli che amano i dischi in vinile sono persone pazienti”. ◆ ff
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1434 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati