Alcuni scandali di corruzione hanno innescato una catena di dimissioni e licenziamenti in Ucraina. In meno di due giorni l’ufficio del presidente Volodymyr Zelenskyj ha annunciato che quattro viceministri e cinque governatori regionali avrebbero lasciato il loro incarico. Tra loro ci sono: Kyrylo Tymošenko, vicecapo della segreteria del presidente; Šopovalov Vjačeslav, viceministro della difesa; Oleksij Symonenko, vice procuratore generale. Sono stati rimossi poi i governatori delle regioni di Dnipropetrovsk, Zapo­rižžja, Kiev, Soumy e Cherson. È successo tutto dopo la rivelazione di due casi di cattiva gestione di fondi. Vasyl Lozinskyj, viceministro delle infrastrutture, è accusato di aver intascato 367mila euro in tangenti per l’acquisto di generatori. Il 22 gennaio è stato rimosso dall’incarico.

Il viceministro della difesa si è dimesso dopo che un’inchiesta della stampa ucraina aveva accusato il suo ministero di aver pagato per prodotti alimentari destinati all’esercito un prezzo “due o tre volte superiore a quello di mercato”. La portata della truffa sarebbe di circa 300 milioni di euro. Timoshenko non ha spiegato il motivo delle dimissioni. Era stato criticato per aver usato per sé un veicolo donato dagli Stati Uniti con lo scopo di evacuare i feriti nelle zone di combattimento. In seguito aveva pubblicamente rinunciato al mezzo, inviandolo al fronte per scopi umanitari.

“Le decisioni di Zelenskyj riflettono le priorità dello stato. Il presidente risponde direttamente a una richiesta che arriva dall’opinione pubblica: giustizia per tutti”, ha commentato su Twitter Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente.

Anche se l’indice di popolarità di Zelensky è molto alto, la sua amministrazione è stata criticata per la corruzione, un problema molto diffuso in Ucraina. La lotta alla cattiva gestione finanziaria è una condizione essenziale per continuare a ricevere gli aiuti economici occidentali. Ansioso di dimostrare il suo impegno in questo senso, Zelenskyj ha deciso di fare piazza pulita, e vuole che il messaggio sia recepito sia in Ucraina, dove le accuse di corruzione infastidiscono una popolazione già provata dalla guerra, sia all’estero.

Funzionari monitorati

Secondo Petro Oleschuk, ricercatore all’università nazionale Taras-Shevchenko di Kiev, i licenziamenti sono un segnale positivo, anche se “chiaramente arrivano tardi”. Nella regione di Zapo­rižžja uno scandalo di corruzione era già scoppiato nel settembre 2022, quando alcuni funzionari dell’amministrazione regionale erano stati accusati di aver sottratto più di sette milioni di dollari. “All’epoca il governatore della regione era rimasto al suo posto”, ricorda il ricercatore. Sui casi che coinvolgono alcuni ministeri, l’ufficio nazionale anticorruzione sta indagando da “circa quattro mesi”.

La reazione dei commentatori ucraini è contrastante. “All’inizio della guerra c’era un tacito accordo tra i mezzi d’informazione, la società civile e il governo”, dice Vitalij Šabunin, fondatore dell’ong Centro d’azione anticorruzione. Si limitavano le critiche al governo, che in cambio s’impegnava a punire i comportamenti sbagliati con maggiore severità e rapidità rispetto a prima della guerra. Shabunin pensa che il ministro delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov abbia rispettato l’accordo licenziando immediatamente il suo vice, finito al centro di uno scandalo; ma sostiene che il ministro della difesa Oleksii Reznikov, non ha fatto lo stesso.

Da sapere
Solidarietà militare
I paesi che hanno dato più aiuti militari all’Ucraina tra il 24 gennaio e il 20 novembre 2022, in miliardi di dollari

In effetti Reznikov ha prima negato qualsiasi illecito, prendendosela con i giornalisti, poi ha parlato di un “errore tecnico”, e alla fine ha licenziato il suo viceministro. “Ecco perché le rivelazioni su Reznikov aumenteranno nelle prossime settimane”, avverte Shabunin.

Questa serie di dimissioni e licenziamenti sembra essere stata messa in scena in vista del vertice tra Unione europea e Ucraina, previsto per il 3 febbraio a Kiev. “Naturalmente accogliamo con favore il fatto che le autorità ucraine stiano prendendo la questione il più seriamente possibile”, ha commentato il 24 gennaio Ana Pisonero, portavoce della Commissione europea.

Bruxelles, che ha dato quasi cinquanta miliardi di euro al paese devastato dalla guerra, sta esaminando il modo in cui Kiev affronta il problema della corruzione. Il 17 giugno 2022 la Commissione ha concesso all’Ucraina di candidarsi a entrare nell’Unione, purché “rafforzi la lotta alla corruzione, in particolare ad alto livello”. La Commissione seguirà i progressi fatti “pubblicando una valutazione nell’autunno del 2023”, ha dichiarato Pisonero. La lotta alla corruzione rientra inoltre tra le “condizioni politiche da rispettare perché prosegua l’assistenza finanziaria dell’Unione (che dovrebbe raggiungere i 18 miliardi di euro nel 2023)”, ha avvertito.

Il 24 gennaio il vicepresidente del parlamento ucraino Oleksandr Kornienko ha visitato il parlamento europeo, e ha sottolineato gli sforzi fatti finora. “Abbiamo creato, con l’aiuto di esperti internazionali, il miglior sistema anticorruzione d’Europa. Un sistema forte, severo, indipendente. Ma sembra che questo non basti per combattere l’economia sommersa”, ha ammesso. Kornienko ha promesso di fare “di più” e di creare un meccanismo per monitorare le attività “delle cinquecento, mille figure più importanti dello stato ucraino”, tra cui rappresentanti eletti, alti funzionari o vertici militari. “Questo progetto è stato interrotto dallo scoppio della guerra, ma ora dobbiamo votarlo”, ha detto. La corruzione sta mettendo a rischio la credibilità dell’Ucraina e, per estensione, la sua capacità di tenere testa alla Russia. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati