I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Conoscete i Giganti della Sila o la macchia dei monti dell’Uccellina? Sapete che a Monteluco, in Umbria, c’è un bosco che gli antichi romani consideravano sacro? E che Antonio Stradivari prendeva il legno per fare i suoi violini in Trentino, in un bosco di abeti rossi il cui legno è adatto a trasmettere il suono?
Io ignoravo completamente tutte queste cose prima di leggere Atlante dei boschi italiani di Mauro Agnoletti. Non sapevo neanche che in Italia nell’ultimo secolo l’estensione dei boschi è più che raddoppiata, in controtendenza con altri paesi in cui la deforestazione ormai è un problema. Il libro di Agnoletti ci ricorda quanto boschi e foreste siano parte integrante della nostra società. Intere comunità sopravvivevano grazie a un bosco, come Tigullio in Liguria o Canepina nel Lazio, dove si coltivavano nocciole e castagne con cui si sosteneva l’intera economia locale. Tante di queste coltivazioni sono abbandonate e i boschi rischiano di perdere le loro caratteristiche. Agnoletti, con amore, ci ricorda che bisogna proteggere il legame tra comunità e boschi, che da secoli dà il suo contributo alla storia, all’economia e alla cultura italiana. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati