I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la free lance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Non penso di aver mai imparato così tanto in così poche pagine. Elisabetta Moro e Marino Niola spiegano con termini molto chiari l’origine di tante abitudini alimentari, sia quelle che derivano dalla tradizione e dalla cultura cattolica sia quelle di altre grandi religioni. Più che parlare di cibo, i due professori c’insegnano come tutta la nostra cultura, perfino la nostra lingua, siano in qualche modo il frutto del matrimonio tra religione e cibo. Per esempio, sapevate che la parola “compagno” deriva da “cum panis”, cioè qualcuno con cui si condivideva il pane? Oppure che il nome di Cristo in greco, christós, significa “unto”, proprio come l’ebraico masiah, da cui deriva messia? Se poi consideriamo che Getsemani viene dall’ebraico gat šemanîm, cioè frantoio, cos’altro aggiungere per sottolineare l’importanza dell’olio nella religione cristiana? Il saggio di Moro e Niola, però, non è assolutamente una raccolta di aneddoti e curiosità, anzi. Con questo lavoro ci svelano un’altra verità: che dietro le nostre diete moderne, le nostre convinzioni alimentari e mentali, la nostra ricerca di salute e soprattutto purezza, si nascondono gli stessi bisogni emotivi e spirituali che ritroviamo alla base di ogni religione. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati