I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

A volte alcuni capitoli dimenticati o poco conosciuti della storia possono dar luogo a bellissimi romanzi. Così è per Aldo Simeone e il suo L’isola dei femminielli, il racconto di un giovane fiorentino confinato a San Domino, l’isola delle Tremiti dove il regime fascista spediva le persone vittime dell’accusa di omosessualità. Tramite il giovane Aldo viviamo la grande ingiustizia subita da lui e dagli altri confinati, che il regime ha privato della loro libertà mandandoli a vivere in baracche senza elettricità e acqua corrente. Nello stesso tempo intravediamo anche i bei momenti di profonda amicizia che si creano tra di loro, nonostante tutto e malgrado l’epoca storica complicata e turbolenta in cui vivono. Grazie alla trama ma anche al linguaggio delicato e sensibile di Simeone, L’isola dei femminielli mi ha fatto venire in mente due film bellissimi, Stand by me. Ricordo di un’estate di Rob Reiner e Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Il romanzo viaggia sulla sottilissima linea che unisce la tragedia e la bellezza in un sentimento tanto indefinibile quanto profondo, e merita di essere letto da un grande pubblico, anche perché ci ricorda un capitolo della storia italiana poco conosciuto, e in fondo non così distante. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 79. Compra questo numero | Abbonati