Un’intelligente narrazione al femminile che trova un sensibile interprete grafico maschile. È il caso del primo volume di una biografia dedicata a Suzanne Noël, pioniera della chirurgia estetica del novecento ma anche della militanza a favore dei diritti delle donne. Siamo nella belle époque e il racconto di questa faticosa ma entusiasmante emancipazione racchiude in sé la successiva emancipazione di tante donne. Tuttavia, il suo percorso pare in realtà quello tipico di un uomo deciso a seguire a tutti costi la propria missione. A scapito della figlia, del marito, buonissimo e che la incoraggerà e aiuterà sempre, dell’amante e poi secondo marito, Suzanne, senza cattiveria, lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Perché spesso, se sono distratti da una missione che ritengono più alta, vitale e universale, scrittori pensatori e scienziati possono tendere a dare per scontati gli affetti. Suzanne soffrirà non poco per questo. La sceneggiatura della scrittrice e giornalista di origini marocchine Leïla Slimani, che con intelligenza mette insieme i concatenamenti e i giusti dialoghi, è assecondata dal pennino di Oubrerie, la cui finezza e delicatezza è visibile nelle espressioni dei volti, nella raffigurazione di luoghi e ambienti. Forse c’era il materiale per un capolavoro, ma il racconto è lontano dall’esaurirsi in una mera e fredda biografia scolastica come oggi tendono a fare molti fumetti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati